Grecia, 4 anni di carcere a chi entra illegalmente

In Grecia un tribunale ha condannato i primi migranti fermati per aver attraversato il confine con la Turchia senza avere l'autorizzazione: 4 anni di carcere e 10mila euro di multa

Grecia, 4 anni di carcere a chi entra illegalmente

Pugno duro della Grecia sull'immigrazione: il governo di Atene è pronto a condannare a quattro anni di carcere chiunque entri illegalmente sul proprio territorio.

Secondo quanto riferito dall'agenzia Agi un tribunale greco ha condannato i primi migranti fermati per aver attraversato il confine terrestre greco-turco senza avere l'autorizzazione. Per i trasgressori è scattata una stangata non da poco: quattro anni di galera più una multa dal valore di 10mila euro.

Dall'alba di sabato scorso sono state arrestate un totale di 183 persone: le stesse che erano riuscite ad attraversare la frontiera con la Turchia. Nello stesso periodo la polizia e le forze armate hanno anche impedito l'ingresso nel Paese ad altre 24.203 persone.

Il governo greco ha inoltre fatto sapere che la sospensione del processo di asilo per un mese è in linea e in regola con il diritto internazionale perché Atene deve fronteggiare massicci arrivi di migranti e non singoli ingressi. L'esecutivo ha spiegato in una dichiarazione che il "massiccio" tentativo di "cittadini di Paesi terzi” di attraversare "le frontiere terrestri e marittime” della Grecia con la Turchia, che "secondo tutti gli indicatori" è guidato e diretto da Ankara, costituisce una "minaccia alla sicurezza nazionale".

È importante ricordare come la dichiarazione sottolinei anche che il diritto internazionale ed europeo preveda anche l'adozione di misure eccezionali di fronte a situazioni di emergenza. La Grecia ha poi dichiarato che è altrettanto legale, secondo un parere della Corte europea dei diritti umani, rimpatriare soggetti che sono entrati illegalmente nel Paese senza essere autorizzate a presentare domande di asilo.

Le reazioni dell'Unhcr e di Sassoli

Dura la reazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che ha criticato le misure del governo greco ritenendo che essere “non abbiano una base giuridica”. “Né la convenzione del 1951 sullo status di rifugiato né il diritto comunitario dell'Ue forniscono una base legale per sospendere l'esame delle domande di asilo", ha concluso l'Unhcr in una nota.

Dal canto suo il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, a margine di una conferenza stampa a Bruxelles ha sottolineato come la Grecia sia stata lasciata sola da tempo ad affrontare i flussi migratori. “La situazione nelle isole greche è così da tanto – ha detto Sassoli – Abbiamo richiamato anche le altre istituzioni ad una maggiore attenzione. Noi dobbiamo accoglierli e proteggerli non lasciando sola la Grecia”.

"La Grecia - ha concluso Sassoli - è un Paese europeo e vogliamo sostenerla nella sua azione. Anche qui serve una politica europea più forte.

Avevamo detto che chi arriva in Grecia arriva in Europa, ma anche su questo richiamo è calato il silenzio da parte degli Stati membri. Per tante questioni che riguardano la vita dei nostri cittadini, come l'immigrazione o c'è più Europa, oppure questi problemi non si risolvono".

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