I parà americani partono per il Medio Oriente, ma senza tablet

I paracadutisti dell'82esima divisione aviotrasportata inviati in Medio Oriente in vista di una possibile "escalation" con l'Iran non avranno connessione internet. Impartito l'ordine tassativo del Pentagono di lasciare a casa telefoni cellulari e tablet.

I parà americani partono per il Medio Oriente, ma senza tablet

I soldati americani partiti per il fronte sugli enormi aerei cargo, hanno lasciato a casa iPhone e tablet. L'ordine del Pentagono è stato tassativo: le forze d'intervento rapido schierate in Medio Oriente useranno solo telefoni "sicuri" per comunicare con gli States; e si connetteranno alla reste solo ed eslusivamente da computer "schermati", per scongiurare il rischio di possibili hackeraggi.

I parà dell'82ª divisione Airborne, la leggendaria "All American" che piovve sulle teste dei tedeschi in Normandia la notte del D-Day, è stata chiamata alle armi come forza d'intervento rapido che potrebbe intervenire sul campo se Washington si trovasse costretta ad entrare in guerra contro Teheran; ma come ai tempi di Desert Storm, potranno parlare con i loro cari solo da reti "sicure e controllate". Lunghissime le file davanti ai telefoni per rassicurare genitori e famiglie che sì, va ancora tutto "bene".

Prima di salire sugli enormi aerei da trasporto tattico C-17 Globemaster III che li avrebbero portati in Kuwait, i paracadutisti sono stati passati in rassegna per essere certi che avessero eseguito l'ordine impartito dai vertici del Pentagono: lasciare a casa ogni genere di device che consentisse loro di connettersi al Web. Il motivo è semplice: non rischiare che il "nemico" potesse metterli in pericolo per una foto o una chat. "Lo abbiamo fatto per non esporli a pericoli", ha spiegato il colonnello Mike Burns alla rivista Army Times. L'ufficiale ha tenuto a specificare che questa singolare precauzione risponde a due diverse preoccupazioni: evitare la diffusione di notizie di una missione così delicata e scongiurare il rischio di qualunque forma di attacco cibernetico. Non c'è da dimenticare poi lo scandalo che recentemente aveva messo in imbarazzo l'Esercito americano: l'app per l'allenamento che aveva svelato basi segrete americane tramite l'uso del Gps che segnava i tracciati di corsa di forze speciali e operatori della Cia.

Tra le minacce reali che gli esperti d'intelligence americani si attendono dall'Iran, infatti, compare al primo posto la possibilità di attacchi cibernetici da parte delle divisioni hacker iraniane, insieme a quella di piccoli attentati, che potrebbero essere sferrati proprio dove i soldati americani avrebbero potuto "connettersi", esponendosi ad enormi rischi. "Teheran ha un robusto programma cyber ed è capace, come minimo, di lanciare attacchi con danni gravi, anche se solo per brevi periodi" hanno affermato gli analisti del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, che ha fatto tesoro degli errori commessi in precedenza in Medio Oriente. Quando la condivisione online di informazioni "potenzialmente" sensibili ha tradito le truppe schierate in Siria e Iraq durante le operazioni anti Isis - attualmente congelate fino a nuovo ordine.

Sono almeno 4000 i paracadutisti della divisione d'élite che in questi giorni, elmetto tattico, M4 in spalla ed equipaggiamento completo con se, hanno raggiunto, volo dopo volo, il Medio Oriente.

E come i loro padri che atterrarono i Kuwait nel 1990, quando incombeva Saddam Hussein, scopriranno le file davanti ai telefoni "protetti" della base: per dire una parola d'affetto ai figli, dimenticando per qualche tempo la semplicità istantanea, e forse anche un po' impersonale, di un emoticon su facebook.

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