Uccisioni, torture, violenze di ogni tipo, anche sessuali. Nel corso dell'invasione in Ucraina, i soldati russi si sono resi protagonisti di numerosi episodi di abusi, di orrore. Da Irpin è arrivata la testimonianza drammatica di una giovane di 17 anni, risparmiata dalle truppe di Vladimir Putin "perchè considerata brutta". La ragazza è riuscita a salvarsi, ma la stessa sorte non è toccata alla madre e alla sorella.
Il tragico racconto è stato diffuso su Facebook da Lyudmila Denisova, commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino. La minorenne ha assistito allle violenze sessuali da parte dei soldati russi ai danni di sua madre e della sorella 15enne, prima stuprate e poi uccise senza pieta.
Ogni giorno nei territori liberati emergono nuove prove "degli orribili crimini sessuali commessi dai soldati russi", ha aggiunto la Denisova. Le conferme arrivano dai numeri: dal primo aprile oltre 400 persone si sono rivolte al supporto psicologico messo a disposizione dall'Unicef, in collaborazione con il dicastero del difensore civico. "La maggior parte degli appelli sono relativi agli abusi delle truppe russe, il numero cresce esponenzialmente ogni giorno", ha rimarcato.
L'ufficio della commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino ha predisposto un team di cinque psicologi, supportati da psichiatri. Come evidenziato in precedenza, si moltiplicano i racconti drammatici: ad inizio aprile, a Bucha, una ragazza di 14 anni è stata violentata da più soldati russi ed è rimasta incinta. E ancora: il caso dell'11enne violentato davanti alla madre, legata a una sedia e costretta a guardare l'orrore. Infine, ricordiamo quanto registrato lo scorso 12 aprile: lo stupro di 25 ragazze dai 14 ai 24 anni in un seminterrato di una casa nell'oblast' di Kiev.
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