Choc in Inghilterra, dove a seguito di un terribile errore commesso da una struttura sanitaria un uomo di 70 anni ha perso la vita, ucciso dal proprio figlio affetto da una grave forma di schizofrenia.
La tragedia è avvenuta all'interno di un'abitazione di Barrow-in-Furness, nella contea di Cumbria, dove il giovane Jonathan MacMillan (28 anni) aveva fatto ritorno ben un mese prima rispetto alla data prevista. Descritto dalla madre come intelligente, studioso e portato per le discipline sportive, Jonathan aveva cominciato a soffrire di disturbi mentali fin da adolescente. I genitori avevano inizialmente pensato che gli squilibri del figlio fossero causati dalle cattive compagnie e dal consumo di cannabinoidi, ma in breve la situazione era degenerata a tal punto da rendere necessaria la richiesta di intervento dei medici.
In preda a deliri e ad alluncinazioni, Jonathan non riusciva comunque a rendersi conto della propria malattia, e per anni i genitori hanno avuto problemi ad occuparsi di lui ed a convincerlo di avere bidogno di aiuto. Paranoico e spesso reso violento a causa delle voci che udiva nella propria testa, il giovane arrivò a trascorrere 6 mesi in carcere dopo aver commesso una violenta aggressione ed essere stato trovato in possesso di un coltello.
Durante il periodo di reclusione, tuttavia, il ragazzo non aveva ricevuto alcuna assistenza sanitaria pur mostrando evidenti problemi comportamentali e di chiara natura psichica, ed era stato rilasciato senza che venisse preso alcun provvedimento serio nei suoi confronti.
Sono stati i genitori, l'inverno scorso, ad affidare il figlio alle cure dei medici, avvalendosi delle leggi sulla salute mentale in vigore in Inghilterra. Riuscito a fuggire dall'ospedale di Furness nel mese di maggio, il 28enne era stato poi rintracciato e ricoverato nella struttura sanitaria privata di Maidstone "Cygnet Health Care", specializzata in servizi di salute mentale.
Qui il giovane sarebbe dovuto rimanere sino al 14 di luglio, ma, a causa dell'erronea valutazione di uno degli psichiatri della clinica, le dimissioni sono state anticipate di ben un mese. Nonostante i timori della famiglia e dell'assistente sociale di Barrow, Jonathan ha fatto ritorno a casa alle 3.30 del 14 giugno.
Dopo solo 4 giorni, il terribile omicidio. Convinto che il padre fosse posseduto dal demonio, il 28enne lo ha aggredito, finendo con il tagliargli la gola. È stata la ex moglie della vittima e madre del giovane a ritrovare il corpo. Andata a controllare il figlio, la 53enne Glenys Hird ha rinvenuto il corpo dell'ex compagno, John MacMillan, in fondo alle scale. Per il 70enne, coperto di ferite, non c'è stato nulla da fare.
La donna, sconvolta, non riesce a reprimere la propria rabbia. “Tutto ciò avrebbe potuto essere evitato se le cure di Jonathan fossero state gestite diversamente e se fossimo stati ascoltati”, ha affermato la 53enne, come riportato dal “Dailymail”. “Non hanno parlato con nessuno per conoscere la sua storia clinica prima di farlo uscire. Quando abbiamo saputo che era stato dimesso, io e John eravamo terrorizzati. Non abbiamo avuto l'opportunità di esprimere le nostre preoccupazioni. Ormai la decisione era presa. La sua assistente a Barrow ha detto che stava allertando la polizia perché riteneva che fosse una dimissione non sicura. Riuscì a contattare lo psichiatra nel Kent, ma a quanto pare quest'ultimo non se ne è interessato. Vogliamo un'indagine completa e che le persone imparino dai propri errori”.
Dello stesso avviso il giudice della Preston Crown Court, che
ha accusato la clinica “Cygnet” di aver gravemente fallito e promesso un'accurata indagine. Accusato di omicidio, Jonathan si trova ora in un'unità sicura nel Lancashire. Nei prossimi giorni riceverà la sentenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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