In Irlanda un vescovo cattolico ha criticato i cattolici che "allarmano" sui migranti, in particolare su quelli musulmani.
Sul The Irish Catholic il vescovo di Elphin, monsignor Kevin Doran, ha ripreso quei cattolici che si identificano come "pieni di fede" ma che, secondo l'alto prelato, diffonderebbero "la paura e la sfiducia nei confronti di migranti e rifugiati, in particolare di quelli musulmani".
Il vescovo Doran, riferendosi in particolare ai pregiudizi che ha riscontrato nella società irlandese, relativa alle accuse di terrorismo che vengono sollevate su alcune persone perchè musulmane, ha espresso i suoi commenti come riflessioni a seguito dell'attacco alle due moschee della Nuova Zelanda che hanno causato 50 morti.
Il responsabile della diocesi di Elphin, che conta circa 80 mila battezzati ed è sede suffraganea dell'arcidiocesi di Tuam, ha detto di avere sentito "persone che si classificano in alcuni casi come cattolici tradizionali e che sembrano piene di fede ma mettono in relazione i migranti e i richiedenti asilo con il terrorismo islamico", questo perchè, secondo il prelato, "questi musulmani sono ingiustamente accusati di mettere a rischio la nostra civiltà e di rappresentare una minaccia per noi".
Per il vescovo Doran "definire un'intera categoria di persone, o un'intera nazione, o un intero gruppo religioso come incline al terrorismo è da irresponsabile". Secondo il massimo rappresentante della Chiesa Cattolica ad Elphin, "i musulmani che vivono nella società irlandese, per la mia esperienza, lo fanno pacificamente e partecipano pienamente. Abbiamo un gran numero di bambini musulmani nelle nostre scuole cattoliche e contribuiscono all'etica in molti modi. Una delle cose interessanti dei musulmani è che mentre hanno una fede diversa tendono ad avere un livello di impegno per la fede a cui molti cattolici dovrebbero ispirarsi e prestare attenzione".
Doran non ha negato che in alcuni Paesi del Medio Oriente sui diritti umani i musulmani hanno ancora una lunga strada da percorrere, ma ha affermato che "in Irlanda dobbiamo avere il più alto livello possibile di rispetto per i musulmani, specialmente quelli che si definiscono cristiani a favore della vita. Individui o gruppi di persone, perseguitati o presi di mira a causa delle loro convinzioni religiose, meritano il nostro sostegno e la nostra solidarietà, indipendentemente dal fatto che siano cristiani, musulmani o ebrei".
Non sono mancate critiche al vescovo per queste sue affermazioni e non è la prima volta che finisce sotto i riflettori. Fino ad ora era stato criticato dai non cristiani per le sue posizioni etiche e bioetiche. Nel 2005, in qualità di membro del consiglio di amministrazione dell'Ospedale Mater, aveva ritardato l'assunzione di un nuovo farmaco sperimentale per il contrasto del cancro al polmone alle pazienti in gravidanza per evitare i rischi di perdita o di difetti fisici per i bambini.
Doran nell'ottobre 2013 si era dimesso dal consiglio di amministrazione dell'Ospedale Mater dopo che il management aveva confermato che avrebbe rispettato la nuova legge chiamata eufemisticamente "Protection of Life During Pregnancy Act", che in pratica aveva aperto le prime maglie legali per permettere dei casi di aborto legale in Irlanda.
In seguito al risultato del referendum del maggio scorso, che ha comportato l'abrogazione dell'8th amendment della Costituzione dell'Irlanda, aprendo ancora di più all'aborto, Doran aveva detto a quei cattolici che si erano schierati per il Sì di andarsi a confessare perche "tutti i peccati riguardano in ultima analisi le decisioni che influiscono sulla nostra relazione con Dio".
Il 24 febbraio 2015, inoltre, in anticipo rispetto al referendum sul matrimonio omosessuale, Doran aveva denunciato coloro che volevano cambiare la Costituzione, in un paese sempre più aperto al riconoscimento delle coppie gay che, "in realtà non cercano l'uguaglianza matrimoniale, ma cercano un diverso tipo di relazione che sarebbe chiamato matrimonio, una relazione che include alcuni elementi del matrimonio, come l'amore e l'impegno, ma esclude uno dei due aspetti essenziali del matrimonio, che è l'apertura della loro relazione sessuale alla procreazione. Questo è possibile solo se cambiamo il significato di matrimonio e rimuoviamo quell'aspetto di apertura alla procreazione".
In un'intervista con NewsTalk Breakfast radio Doran aveva fatto distinzioni tra il matrimonio e le relazioni tra persone dello stesso sesso, spiegando che il primo è "naturalmente diretto verso l'educazione, la cura dei bambini" mentre non si può dire "che l'altro sia uguale" e se alcune persone omosessuali hanno figli "non sono necessariamente definibili genitori".
Nell'agosto dello scorso anno il vescovo, commentando l'enciclica papale Humanae Vitae, aveva criticato le donne che usano la contraccezione, rilevando che "esiste una
connessione molto diretta tra la mentalità contraccettiva e il numero sorprendentemente alto di persone che sembrano pronti a ridefinire il matrimonio come una relazione tra due persone senza distinzione di sesso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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