Kim fa uccidere il fratellastro. ​Avvelenato da due donne

Il dittatore nordcoreano dietro la morte di Kim Jong-nam

Kim fa uccidere il fratellastro. ​Avvelenato da due donne

C'è la mano del leader nordcoreano Kim Jong-un dietro all'assassinio del fratellastro Kim Jong-nam, ucciso lunedì all'aeroporto di Kuala Lumpur nel corso di un'azione che nelle modalità rievoca pagine da spy-story. Secondo una ricostruzione fornita dal ministro degli Esteri della Malaysia, Anifah Aman, Jong-nam sarebbe stato giustiziato da due agenti donna non identificate che l'avrebbero freddato con punte avvelenate al collo e allo sterno. Le sospettate sarebbero poi svanite nel nulla, dopo aver portato a termine un'azione che ha rafforzato la convinzione degli inquirenti che l'operazione possa essere stata commissionata da Pyongyang. Kim Jong-un si sarebbe sbarazzato di un personaggio scomodo, che dal 2013 stava tentando di raccogliere uomini e finanziamenti per perpetrare un colpo di stato. Jong-nam era di rientro da un viaggio a Macao, dove venerdì scorso aveva incontrato rappresentanti dei governi di Cina e Russia. Un vertice organizzato nell'ex colonia portoghese per parlare della minaccia nucleare e di un possibile ribaltone nelle stanze dei bottoni di Pyongyang. All'incontro avrebbe preso parte anche Hyon Yong-chol l'ex capo di stato maggiore dell'esercito, un uomo d'apparato, fedelissimo del defunto Kim Jong-Il ed ex elemento della guardia personale di Kim Il-sung, il padre della Corea del Nord. Yong-chol, considerato un eroe dagli alti ranghi dell'esercito, era stato licenziato in tronco dall'attuale leader e costretto a lasciare il Paese. Le vicende umane del 46enne Jong-nam sfiorano la farsa. Era stato designato erede naturale da Kim Jong-il che l'aveva educato a pane e comunismo, affidandogli per un certo periodo anche la guida dei servizi segreti. Nel 2009 però il «Caro leader» decise di cambiare le carte in tavola. Tutta colpa di suo nipote Kim Han Sol, all'epoca un sedicenne con la faccia da nerd, innamorato di informatica, che iniziò in maniera bonaria a prendere di mira l'ingombrante nonno dalla sua pagina di Facebook.

«Mi ha fatto sparire i fumetti dei supereroi». Frase che Kim Jon-il trasformò purtroppo in un caso di lesa maestà. Il giorno successivo convocò figlio e nipote nel suo ufficio invitandoli ad abbandonare il Paese. Per la cronaca è il secondo caso di morte di una personalità di spicco della famiglia Kim. Nel dicembre del 2013 venne infatti giustiziato Jang Song-thaek, zio dell'attuale leader, una volta suo tutore e numero due del regime. Song-thaek avrebbe dovuto assumere l'incarico di primo consigliere di Kim Jong-un che invece preferì non avvalersi della sua collaborazione dopo aver scoperto che lo zio stava tramando proprio con Jong-nam, l'uomo assassinato lunedì. Song-thaek si era dimostrato fin dall'inizio contrario all'escalation nucleare progettata dal nipote e aveva continuato a mantenere contatti riservati con Jong-nam, anche nell'ottica di un possibile putsch. La faida interna potrebbe continuare perché il sanguinario leader coreano non vede di buon occhio l'escalation di consensi che sta raccogliendo la sorella Kim Jong-yo, in patria e tra le diplomazie di Cina, Russia, Giappone e addirittura Corea del Sud. Jong-yo, 30 anni, si dimostra personaggio astutamente trasversale: la giovane è stata segretario capo della Commissione Nazionale di Difesa. Dal 1996 al 2000 ha studiato lingue a Berna, facendosi passare per la figlia dell'ambasciatore di Pyongyang in Svizzera. Parla fluentemente tedesco, inglese, francese e russo. Secondo i media giapponesi Jong-yo ha aperture verso l'Occidente, ed è stata immortalata nel 2011 dalle telecamere mentre assisteva in prima fila al concerto di Eric Clapton a Londra. Episodio che all'epoca fece infuriare il padre Kim Jong-il. Ama i cavalli e alla faccia del comunismo ha un istruttore americano per la monta western e un medico personale nativo di Los Angeles.

Kim Jong-un la teme e la ritiene troppo emancipata. Ossessionato da una leadership da mantenere a qualsiasi costo, anche per cancellare la macchia da imboscato negli anni in cui avrebbe dovuto prestare il servizio di leva.

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