La linea della difesa dei confini esterni sembra reggere in ambito comunitario. Quando il presidente turco Erdogan a fine febbraio ha annunciato di voler aprire le frontiere con la Grecia per permettere il transito di migliaia di migranti verso il territorio europeo, in molti hanno scommesso su una linea “morbida” dell’Ue, assecondante di fatto i capricci del “sultano”.
Lo scenario è cambiato quando molti governi, tra cui quello austriaco guidato dal cancelliere Sebastian Kurz, hanno minacciato di tenere una linea dura circa un eventuale nuovo grande flusso migratorio verso il nord Europa. E dunque, con la prospettiva di chiudere i confini interni all’Ue in caso di necessità. Ma è stata soprattutto la scelta del governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis ad orientare verso altre linee i massimi vertici comunitari.
La Grecia, come documentato nei giorni scorsi, ha mobilitato decine di uomini delle forze armate e di Polizia per blindare i confini sia marittimi che terrestri. Atene non ha voluto assecondare le velleità ritorsive di Erdogan, né in realtà avrebbe potuto: con più di 40.000 migranti già presenti nei campi profughi all’interno del suo territorio, di cui la metà almeno nelle isole dell’Egeo, il governo ellenico non aveva i mezzi per far fronte a nuove ondate di arrivi irregolari dalla Turchia.
Ecco quindi che l’Ue, così come concordato nel vertice dei ministri degli esteri dei 27 tenuto a Zagabria ad inizio marzo, ha dato priorità alla difesa dei confini esterni. È da vedere quindi in questa ottica la decisione, annunciata nelle scorse ore, da parte dell’agenzia Frontex di inviare 100 uomini in Grecia a sostegno delle forze di Atene.
A confermare questa scelta è stato lo stesso direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, durante la sua visita presso la cittadina greca di Orestiada, situata a pochi passi dal fiume Evros e dunque dal corso d’acqua che divide Grecia e Turchia.
“La protezione dell'area europea di libertà, sicurezza e giustizia è una responsabilità condivisa fra i paesi Ue”, ha commentato a margine di una conferenza stampa Fabrice Leggeri. L’intento è quindi quello di aiutare la Grecia a fronteggiare la grave situazione venutasi a creare con la nuova pressione migratoria proveniente dalla Turchia.
I 100 agenti messi a disposizione da Frontex arriveranno da 22 paesi dell’Ue, i quali hanno già dato la loro disponibilità a prendere parte alla missione inquadrata nell’ambito delle operazioni rapide Evros 2020 ed Egeo 2020.
I programmi di intervento rapido, come spiegato dai responsabili dell’agenzia Frontex, hanno una durata di due mesi prorogabile poi in caso di necessità.Già prima del lancio delle due operazioni rapide prima citate, in Grecia operavano almeno 500 agenti Frontex.
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