"Avere figli, in generale, è ancora visto come un imperativo morale". E ancora: "Avere meno figli può essere il modo migliore per ridurre le emissioni di Co2". A dirlo è la giornalista scientifica Donna Lu sulle pagine del Guardian, il quotidiano di riferimento della sinistra britannica. È l'ultima frontiera dell'eco-femminismo, sempre più diffusa fra le élite progressiste e sulle pagine delle riviste più chic e modaiole. Da una parte la cara vecchia lotta contro il patriarcato; dall'altra l'ossessione per i cambiamenti climatici e la convinzione che avere meno figli possa contribuire a constrastare i cambiamenti climatici in corso. Gli appelli in tal senso arrivano anche da personaggi famosi. Miley Cyrus ha promesso di non avere un bambino su un "pianeta di merda": la deputata Alexandria Ocasio-Cortez ha riflettuto in un video pubblicato su Instagram sul fatto se sia giusto avere figli, mentre i sondaggi, come riporta The Altlantic, suggeriscono che un terzo o più degli americani di età inferiore ai 45 anni non hanno figli o si aspettano di averne meno di quanto potrebbero per via dei cambiamenti climatici.
L'ultima follia liberal: eco-femminismo e lotta al patriarcato
Nell'articolo del Guardian citato poc'anzi si fa riferimento un libro, pubblicato di recente, che racconta in maniera emblematica questa deriva del liberal-progressismo che incita le donne a non avere figli: The Most Important Job in the World della scrittrice e giornalista australiana Gina Rushton. "Sappiamo che più di un terzo di tutte le emissioni di gas serra dal 1965 possono essere ricondotte a sole 20 società di combustibili fossili", scrive Rushton. "L'idea che dovremmo ridurre i nostri desideri per le dimensioni delle nostre famiglie e comunità prima di trasformare i nostri sistemi energetici è peculiare, eppure so che se dovessi avere un figlio, mi affretterei a ridurre la sua impronta climatica prima ancora che i suoi piedi tocchino il terreno".
Ma la questione non riguarda solamente i cambiamenti climatici. La scrittrice australiana sottolinea che le statistiche dimostrano come le donne arrivino a casa dal lavoro per svolgere un secondo turno di lavoro non retribuito. Il rapporto 2021 sulla famiglia, il reddito e la dinamica del lavoro in Australia, scrive, ha rilevato che le donne nelle coppie eterosessuali, con figli a carico, svolgono 21 ore di lavoro non retribuito a settimana in più rispetto agli uomini. Considerato tutto questo, – l'accelerazione della crisi climatica, le disuguaglianze strutturali, la difficoltà di destreggiarsi tra carriera e genitorialità – nota Donna Lu sul Guardian, perché mettere al mondo un bambino? È la domanda che attanaglia la coscienza dei liberal.
"Niente figli per il bene del pianeta"
A differenza di quello che si può pensare, si tratta di un pensiero tutt'altro che isolato nel mondo anglosassone. Come scrive Giulio Meotti sul Foglio, i neomalthusiani sembrano infatti aver conquistato la guida dell'ecologismo. L'organizzazione Stop Have Kids, ad esempio, sta sponsorizzando cartelloni pubblicitari sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Uno di questi recita: "Molti esseri umani vorrebbero non essere mai nati". Secondo quest'associazione no-profit con sede negli Stati Uniti, gli "antinatalisti" cercano di ridurre radicalmente la sofferenza e la distruzione ambientale nel mondo. Astenersi dal creare nuova vita, spiegano, è il mezzo più efficiente ed efficace per ridurre al minimo la sofferenza per tutti gli esseri senzienti attuali e futuri. Vivere secondo la filosofia anatalista mantiene intatte la maggior parte delle forme di vita naturali, delle risorse, della bellezza e della salute della terra. Gli antinatalisti possono essere esseri umani di qualsiasi fascia di età e possono aver avuto figli (intenzionalmente o meno) in passato.
Peccato che in Europa la natalità sia in calo pressoché ovunque. Dopo la crisi del 2008, infatti, ad essere in controtendenza sono state solo Germania ed Austria.
E negli Stati Uniti la situazione non è migliore: secondo Italia Oggi, bisogna infatti risalire al 1900 per ritrovare un aumento della popolazione così modesto come quello osservato nel 2021. I Paesi con più nascite al mondo, in compenso, sono tutti africani: Niger, Somalia, Ciad, e Mali. Lì le idee progressiste neomalthusiane non fanno breccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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