"Dobbiamo distruggere l’Isis. La strada politica è per Assad, e per la Siria. L’Isis rimane un nemico per tutti. Anche i russi hanno capito che distruggerla non è così facile. Non vogliono far innervosire tutti gli Stati sunniti. Perciò i russi hanno un incentivo a darsi da fare in questa sede. E se tutto va bene avremo un governo di transizione che potrà invitare i vari Paesi a combattere lo Stato Islamico e tutti potranno farlo in maniera coordinata. È un’equazione molto semplice". Sono queste le parole pronunciate dal segretario di Stato americano John Kerry, in una intervista pubblicata dal Corriere della Sera.
Alla domanda su come sarà la vittoria sull’Isis, Kerry risponde: "È come per Al Qaeda. Bisogna far sì che non sia più una minaccia quotidiana. Non è in grado di operare in molti Paesi. Le menti dell’organizzazione sono state distrutte. La sua capacità di minacciare sono state ridotte.
Certo, c’è sempre qualche fanatico in giro, ma si è eliminata la possibilità che abbia un nucleo stabile, uno Stato, che possa raccogliere fondi, pagare stipendi, assoldare persone, attrarle e dare loro ordini. Si può porre una fine a tutte queste cose - aggiunge- se lavoriamo per bene". "È possibile - dice ancora -. Se accadrà o meno dipende dall’Iran e la Russia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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