Secondo i media americani, il presidente iraniano Hassan Rouhani sarebbe stato ormai "sfiduciato" dal clero sciita in quanto giudicato "responsabile" della "crisi economica" in corso nel Paese asiatico.
In base alle ricostruzioni effettuate dall'emittente Usa Abc, il capo dello Stato, durante una recente "celebrazione" svoltasi a Teheran per i quarant'anni della rivoluzione khomeinista, sarebbe stato "circondato" da diversi leader religiosi. Questi ultimi avrebbero quindi ripetutamente "inveito" contro il politico moderato utilizzando tali parole: "Iperinflazione, disoccupazione, povertà. Sei tu il responsabile di tutto questo. Non durerai fino alla primavera!". Costoro avrebbero quindi esortato il presidente a "dimettersi"
A detta dei cronisti statunitensi, i responsabili degli attacchi verbali in questione sarebbero tutti "stretti collaboratori" dell'Ayatollah Khamenei, Guida Suprema dell'Iran. Di conseguenza, i giornalisti di Abc ipotizzano che, dietro le pressioni esercitate su Rouhani da parte del clero sciita, vi sia in realtà lo stesso Khamenei, ormai "profondamente adirato" nei confronti del presidente. Gli ambienti religiosi, sostenuti dalla Guida Suprema, considererebbero infatti il capo dello Stato come "incapace" di risollevare il Paese da una situazione economica critica, acuitasi in seguito all'introduzione, per decisione di Donald Trump, di un rigido sistema sanzionatorio.
La stessa emittente ha quindi segnalato che, nel Paese asiatico, vi sarebbero stati ultimamente altri episodi di "ostilità" da parte dei leader islamici verso Rouhani. Ad esempio, sempre durante una manifestazione in onore dei "martiri" della rivoluzione del 1979, Ali Larijani, speaker del parlamento nonché "braccio destro" del capo dello Stato, sarebbe stato oggetto di "offese" e "minacce" da parte di diversi esponenti del clero sciita. Di conseguenza, il network Usa ha descritto l'Iran come una nazione in cui starebbe montando un "forte sentimento di rigetto" nei riguardi della leadership moderata di Rouhani.
Gli ambienti religiosi, animati da oltranzismo e opinioni conservatrici, starebbero esercitando "pressioni" sempre più insistenti sul presidente affinché quest'ultimo, bollato come "nemico della nazione", abbandoni "ogni carica pubblica".
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