Non ha cambiato idea il presidente egiziano su ciò che sarebbe necessario fare in Libia. Abdel Fattah al-Sisi, che da due anni ha messo il suo peso politico dietro l'Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, personaggio a cui a più ripreso è stato associato, torna a sostenere in un'intervista a Repubblica che sostenere lui sarebbe meglio di qualsiasi intervento straniero.
Diversi i punti che preoccupano il presidente egiziano, dalle modalità di intervento alla exit strategy dallo scenario libico, in un panorama in cui non bisogna preoccuparsi soltanto della presenza dell'Isis, ma "essere consapevoli del fatto che la minaccia è nell'ideologia estremista" e non soltanto nelle milizie legate ad Abu Bakr al-Baghdadi.
Al-Sisi è convinto che, dotato dei giusti mezzi, Haftar potrebbe fare con i suoi uomini molto meglio di
quanto possano gli occidentali. "Bisogna tenere a mente due lezioni - avverte -. Quella dell'Afghanistan e della Somalia. Quali progressi sono stati raggiunti?". Ammette però che "più tardi agiamo, più rischi si generano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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