La scritta "bambini" in russo, poi la pioggia di fuoco: cosa è successo al teatro di Mariupol

Nuovi raid sulla capitale, ci sarebbe almeno una vittima dopo che un frammento di missile ha colpito un palazzo residenziale

La scritta "bambini" in russo, poi la pioggia di fuoco: cosa è successo al teatro di Mariupol

Ancora macerie, ancora missili su una città che soltanto dopo le prime luci dell'alba è uscita da un coprifuoco lungo 36 ore. Kiev si è risvegliata ancora in guerra e per la quarta notte consecutiva è stata presa direttamente di mira dai missili russi caduti in pieno centro.

Ma a tenere banco è soprattutto quanto accaduto ieri a Mariupol, lì dove il teatro comunale è stato colpito dai raid e centinaia di persone potrebbero essere state coinvolte. L'edificio infatti veniva usato come rifugio e al suo interno erano assiepate almeno 500 o forse anche mille abitanti della città martoriata.

I raid su Kiev e Sarny

Oramai chi è rimasto all'interno della più grande città ucraina sa di essere potenzialmente nel mirino. La capitale non è più colpita solo di striscio con le raffiche di esplosioni udibili dalle periferie. Kiev sta vivendo i primi giorni della sua vera guerra. Con la prospettiva di subire ancora più danni se da Mosca dovesse arrivare il via libera all'assalto finale.

Un abitante è morto nel quartiere di Darnytskyi. La vittima di questa notte abitava in un palazzo residenziale centrato da una grossa scheggia piovuta sulla zona dopo che un missile russo era stato intercettato e distrutto dalla contraerea ucraina. Erano edifici residenziali anche quelli colpiti ieri e l'altro ieri. Segno di come la città stia lentamente finendo sotto le bombe lanciata dalle truppe russe. Queste ultime però non riescono ad avanzare. Gli ultimi rapporti parlano di un'azione militare ferma a 20 km dal centro, per i servizi segreti britannici l'avanzata russa è da considerarsi “impantanata”.

Nella notte appena trascorsa non è stata soltanto Kiev comunque a essere colpita. Altri allarmi si sono susseguiti in diverse regioni dell'Ucraina. Come ad esempio nella città di Sarny, fino ad oggi quasi risparmiata dal conflitto.

Si trova in quelle regioni occidentali ritenute più al riparo dalle guerre, ma a partire dalla mezzanotte la cittadina è stata raggiunta da diversi missili e gli abitanti hanno dovuto frettolosamente prendere confidenza con i rifugi. Forse Mosca ha voluto qui colpire possibili corridoi logistici di armi dal confine occidentale dell'Ucraina fino a Kiev. Inoltre Sarny è strategica in quanto distante poco più di 50 km dal confine bielorusso.

Quella scritta accanto al teatro colpito a Mariupol

L'Ucraina però è ancora scossa da quanto avvenuto a Mariupol. La città è in parte in mano russa, ma all'interno del centro storico i militari ucraini, qui formati soprattutto dal Battaglione Azov, stanno continuando a resistere. Nel perimetro di città ancora in mano ucraina è situato anche il teatro comunale, trasformatosi dai primi giorni di guerra in rifugio. La struttura ieri pomeriggio è stata centrata da un missile. Secondo le autorità comunali in quel momento al suo interno c'erano almeno mille persone. Una cifra in parte ridimensionata dall'Ong Human Rights Watch, i cui membri parlano di 500 rifugiati. Numeri comunque drammaticamente alti e che fanno temere il peggio.

Anche perché è difficile avere un quadro preciso della situazione. Dal comune di Mariupol si hanno poche notizie, mentre le Ong non riescono a mettersi in contatto con gente del posto. Segno di difficoltà logistiche e comunicative in grado di far percepire la drammaticità della battaglia in città.

Le due parti si accusano a vicenda. Gli ucraini hanno attribuito la colpa ai russi, i quali dal canto loro negano di aver bersagliato la zona. Mosca, da parte sua, ha puntato il dito contro i combattenti del Battaglione Azov. Ad ogni modo chi ha colpito sapeva di causare devastazione tra i civili.

Alcune foto satellitari scattate nei giorni precedenti al raid, mostrano chiaramente come nei cortili accanto il teatro erano presenti evidenti scritte che evidenziavano la presenza di

bambini. Almeno due le scritte del genere, entrambe in russo, situate in due distinti cortili accanto alla struttura colpita. Un dettaglio non da poco destinato a suscitare ulteriore riprovazione per l'accaduto.

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