Un Laburista al posto di un Conservatore. Un appassionato di cricket e pugilato invece di un ciclista doc. Londra volta pagina e tra sette giorni chiama 5,7 milioni di elettori a scegliere il successore di Boris Johnson alla guida della capitale, dopo i due mandati consecutivi del biondo conservatore che ora guida la campagna pro-Brexit e aspira a entrare a Downing Street. Ma l'assoluta novità del voto del 5 maggio, nella capitale più multietnica del mondo, arriva dalle fila del partito di opposizione. Venerdì prossimo Londra potrebbe svegliarsi con il primo sindaco musulmano della sua storia, da quando cioè la città ha scelto nel 2000, con un referendum, di poter eleggere direttamente il suo mayor.
LE PREVISIONI
L'ultimo sondaggio YouGov sembra lasciare pochi dubbi: Sadiq Khan, 45 anni, primo deputato laburista di fede musulmana eletto nella metropoli inglese (il seggio rosso di Tooting, sud ovest), è avanti di 16 punti (48% a 32%) sul suo avversario principale, il conservatore Zac Goldsmith, 41 anni, anche lui deputato dal pedigree tipico dell'aristocrazia Tory. Tra i due, salvo sorprese, il divario sembra ormai incolmabile. E il sistema elettorale in vigore a Londra, il cosiddetto supplementary vote che chiede agli elettori di esprimere due preferenze, una per il «favorito» e l'altra «di riserva» nel caso il prescelto non arrivasse fra i primi due, potrebbe addirittura allungare il vantaggio di Khan fino al 20% se nessun candidato raggiungesse la metà dei voti al primo conteggio.
IL BACKGROUND
Nato a Londra, immigrato di seconda generazione di una famiglia di otto figli arrivata nella capitale inglese dal Pakistan, Khan non smette di ricordare le sue umili origini, quelle di figlio di un autista di autobus, la linea 44 che attraversa la capitale da nord a sud, e di una sarta. Un modo per distinguersi dal più insidioso dei 12 candidati in lizza, il Tory Goldsmith discendente dell'illustre famiglia ebraica tedesca ed ex studente di Eton e Cambridge come nella migliore tradizione dell'élite politica conservatrice.
IL PROGRAMMA
Al centro del manifesto elettorale di Khan c'è soprattutto l'emergenza alloggi nella capitale. Troppo pochi quelli popolari, le Council House dove lui stesso è cresciuto, mentre gli altri sono per molti cittadini una chimera. «Case, trasporti e istruzione sono troppo cari» dice il candidato laburista, che ha anche promesso di congelare le tariffe del trasporto cittadino per i prossimi quattro anni se ce la farà. Un discorso vincente, che ha fatto da calamita al popolo anti-austerity in polemica con il governo conservatore di David Cameron.
LE ACCUSE
Ma l'imminente elezione di Khan ha scatenato anche una bagarre politico-istituzionale. Londra resta uno degli obiettivi principali del terrorismo islamista ed è impossibile per i Tory ignorare il fatto che il candidato del Labour sia un musulmano «devoto», un praticante. La campagna dei Conservatori su questo punto è stata feroce. Proprio come il leader laburista Jeremy Corbyn, Khan è accusato di puntare il dito contro la «segregazione nella società britannica che ha permesso al terrorismo di proliferare». Ed è sospettato di contiguità con gli ambienti estremisti ed antisemiti del partito. La stampa nemica lo attacca per aver partecipato a un incontro dov'era presente l'ormai defunto imam estremista di Al Qaida, Anwar al-Awlaki, di aver tenuto un discorso, nel 2008, al principale «festival» multiculturale musulmano mentre sventolava la bandiera nera della jihad e di avere un cognato attivo frequentatore del gruppo estremista al-Mujajiroun. Lui replica dicendo di voler unire invece che dividere e di non avere idea, come molti politici di lungo corso, di chi parli prima o dopo di lui in occasione di alcuni eventi. Il partito lo difende e va giù duro accusando a sua volta i Tory di razzismo. Eppure il tema dell'antisemitismo nel Partito Laburista è una questione calda. Proprio ieri la deputata Naz Shah, anche lei musulmana di origini pakistane, è stata sospesa dal partito per commenti «offensivi e inaccettabili» su Israele. Nel 2014 scrisse sui social che «la soluzione del conflitto israelo-palestinese» sarebbe «spostare Israele negli Stati Uniti. Problema risolto».
IL CORBYNISMO
Ma il vero nodo politico dell'elezione di Khan è l'avvento nella capitale di un quasi perfetto «corbynista», un radicale del partito proprio come il nuovo leader Corbyn che ha spodestato l'ala centrista del Labour anche grazie al sostegno decisivo di deputati come Khan. Entrambi sono legati con un filo inossidabile ai sindacati e considerati da una parte stessa del Labour degli indifendibili anti-Blairisti, nemici del business e simbolo di una sinistra retrograda.
«Stanno affondando il partito», accusa il Lord laburista Alan Sugar, che ha chiesto di non votare Khan. E Cameron avverte i londinesi: «Se vincerà lui, sarete come topi da laboratorio nel primo esperimento economico di Corbyn».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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