Nancy Pelosi ha annunciato nelle scorse ore che non si ritirerà e correrà per la rielezione. La Speaker della Camera, 82 anni il prossimo 26 marzo, eletta deputata per la prima volta nel 1987 nel collegio di San Francisco e prima donna a rivestire la carica di capogruppo al Congresso, non ha alcuna intenzione di ritirarsi. "Mi candido per la rielezione al Congresso e cerco rispettosamente il vostro sostegno", ha detto Pelosi in un videomessaggio pubblicato sul suo account Twitter, come riportato dalla Cnn. "Ne sarei molto onorata e grata". Nel 2018, aveva promesso che l'attuale mandato sarebbe stato anche l'ultimo. "Mentre abbiamo fatto progressi, è necessario fare molto di più per migliorare la vita delle persone", ha affermato Pelosi. In riferimento alle elezioni di medio-termine del prossimo novembre, Pelosi ha spiegato: "La nostra democrazia è a rischio a causa dell'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti e dell'assalto al diritto di voto. Queste elezioni sono cruciali. Non c'è niente di meno in gioco della nostra democrazia".
Dem divisi sulla leadership di partito
Come spiega la Cnn, la decisione di Pelosi di candidarsi per la rielezione ma di non annunciare la sua eventuale candidatura a Speaker della Camera arriva nel mezzo di un dibattito più ampio che i democratici stanno avendo al loro interno: se è tempo che il partito abbia una leadership più giovane o se Pelosi rimane cruciale per tenere insieme i dem - e le sue varie anime - in un momento in cui c'è bisogno di un leader forte. L'ala sinistra del partito, rappresentata dalla pasionaria di sinistra Alexandria Ocasio-Cortez scalpita, convinta che il partito rappresentato da Joe Biden (79 anni) e Nancy Pelosi (81 anni) abbia l'urgente necessità di rinnovarsi e rivolgersi alle generazioni più giovani con nuovi volti. Il partito, inoltre, deve fare i conti in questa fase con una serie di deputati che hanno annunciato la loro intenzione di non ricandidarsi alle elezioni di medio termine: dato che potrebbe avvantaggiare non poco i repubblicani. È il caso, ad esempio, del rappresentante del Colorado Ed Perlmutter, il quale ha annunciato lunedì che non si ricandiderà, diventando il ventiseiesimo democratico della Camera a ritirarsi dalle elezioni di medio termine di quest'anno. Il ritiro di Perlmutter dal distretto che rappresenta dal 2007 potrebbe dare al Gop una grande un'opportunità di prendersi un altro seggio fondamentale.
Quel conflitto d'interessi con Big Tech che imbarazza Pelosi
C'è una vicenda che potrebbe imbarazzare non poco la beniamina dem e pesare sulla sua rielezione: gli affari di suo marito con le società Big Tech. Come ha sottolinea il Premio Pulitzer Glenn Greenwald in un’inchiesta pubblicata sul suo sito, gran parte della ricchezza della Speaker della Camera e di suo marito Paul, "è dovuta a decisioni estremamente redditizie e fortunate su quando acquistare e vendere azioni e opzioni nelle stesse industrie e società su cui Pelosi, in qualità di presidente della Camera, esercita un’influenza enorme e diretta". In buona sostanza, la coppia investe azioni su società che Nancy Pelosi dovrebbe "monitorare" e potenzialmente regolare nel suo ruolo di Presidente della Camera. Il settore in cui i Pelosi acquistano e vendono più frequentemente azioni è, di gran lunga, l’industria tecnologica della Silicon Valley. Quasi il 75% degli scambi di azioni della coppia negli ultimi due anni è stato in Big Tech, con oltre 33 milioni di dollari movimentati.
Come abbiamo già approfondito su InsideOver, per far fronte a questo evidente conflitto d'interessi al Congresso Usa si sta formando un’insolita coalizione, formata dalla sinistra liberal e dai repubblicani trumpiani, intenzionata a proporre un disegno di legge per
vietare non solo ai parlamentari del Congresso, ma anche ai loro famigliari, di speculare sul mercato azionario, magari approfittando dell’accesso a informazioni riservate e di una posizione "privilegiata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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