Al cospetto di vari volti famosi, l’American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA) questa settimana, ad Orlando (Florida), ha svolto l’annuale congresso “SPACE”. L’occasione è anche per festeggiare i 60 anni della Nasa, l’agenzia spaziale americana. Tra i presenti ci sono personaggi noti come Buzz Aldrin (secondo uomo sulla luna), Tony Antonelli (astronauta NASA), Chris Ferguson (astronauta NASA), ex-amministratori della Nasa, l’attuale amministratore, ed il sottosegretario alla difesa per la ricerca e l’ingegneria del governo statunitense.
Il congresso, che è stato luogo di innumerevoli presentazioni in vari campi aerospaziali, ha ospitato discorsi sulla storia della Nasa, sul futuro dell’agenzia, e sulle tecnologie necessarie per lo sviluppo industriale. L’apertura si è svolta con un pannello di ospiti storici, primo tra cui James Bridenstine, neo-eletto amministratore della Nasa. Bridenstine ha spiegato la direttiva della Nasa di tornare sulla superficie della Luna e di progettare un “Gateway” o stazione intermedia posizionata sulla luna per facilitare operazioni nel sistema solare (come per Marte). L’amministratore ha anche parlato del budget crescente per l’agenzia, attualmente a 20,7 miliardi di dollari; è un segnale positivo da Washington perchè dimostra l’interesse nazionale di svolgere attività complesse ed umane nel sistema solare. Da ricordare è la prima direttiva spaziale ordinata dalla Casa Bianca nel 2017, cioè di
“dirigere un programma di esplorazione innovativo e sostenibile con partner commerciali e internazionali per permettere l’espansione umana attraverso il sistema solare e di riportare sulla Terra nuova conoscenza e nuove opportunità. Cominciando con missioni oltre l’orbita terrestre, gli Stati Uniti dirigeranno il ritorno dell’uomo sulla Luna per l’utilizzo e l’esplorazione a lungo termine, seguito da missioni umane su Marte ed altre destinazioni”.
In una serie di interviste seguenti, ex-amministratori (della Nasa) come Charles Bolden, Daniel Goldin, Michael Griffin (anche sottosegretario alla difesa), Sean O’Keefe e Richard Truly hanno raccontato momenti storici dell'agenzia. Le conversazioni, in alcuni momenti molto nostalgiche, hanno rammentato al pubblico i momenti difficili (basti ricordare l’Orbiter degli Shuttle Columbia e Challenger), i momenti solenni come le varie visite presidenziali, e l’atmosfera lavorativa nei vari centri spaziali come un’incredibile integrazione di culture, discipline e scopi.
In una conferenza sui sistemi ipersonici (sistemi a velocità oltre 5 volte la velocità del suono) il sottosegretario alla difesa per la ricerca e l’ingegneria del governo, Michael Griffin, ha spinto il pubblico ad intraprendere più ricerca nel campo e di aumentare la quantità di voli di collaudo. Ha rammentato che esiste tutt’ora una competizione con nazioni quali la Russia e la Cina per perfezionare le ultime tecnologie. Il regime ipersonico, ha spiegato Griffin, è necessario per una moltitudine di applicazioni, inclusi armamenti e sistemi di difesa. Il sottosegretario ha inoltre anticipato la necessità di nuove ricerche e tecnologie in ambito termico ed ha rafforzato l’interesse del governo nell'aiutare i giovani, elencando varie opportunità di ricerca per giovani americani nei vari centri spaziali della Nasa.
Tra le tanti nazioni all’appello per AIAA SPACE c’è anche l’Italia. Il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) ha proposto una nuova infrastruttura integrata per simulare ambienti extraterrestri sulla Terra che permetterà una nuova tipologia di studi in Europa. Il CIRA ha inoltre presentato un’ottimizzazione strutturale per l’inter-stadio 2/3 del razzo “Vega” (Vettore Europeo di Generazione Avanzata), uno studio di analisi termica per la progettazione di veicoli di rientro nell’atmosfera, ed un’analisi sulle proprietà termiche dell’Intermediate eXperimental Vehicle (IXV) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Nel campo ipersonico (una continuazione della conferenza con il sottosegretario Griffin) è presente anche l’Università di Napoli Federico II che ha riportato i risultati di vari studi nel regime. Molto presente è il Politecnico di Torino che ha presentato un modello di controllo per manovre in prossimità della Terra e della Luna, un nuovo sistema di propulsione elettrica per il progetto “Gateway” in collaborazione con la SITAEL S.p.A. ed infine un algoritmo per mantenere l’orientamento nei satelliti utilizzati per l’osservazione planetaria, in collaborazione con colossi accademici americani come la University of Texas, la New Mexico State University e la Naval Postgraduate School della Marina Militare statunitense.
L’Italia è stata rappresentata anche da aziende nel settore privato.È un congresso all’insegna del futuro. E non c'è alcun dubbio. Nelle “collaborazioni internazionali” espresse nella direttiva di Trump ci sono anche eccellenze del nostro paese.
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