Dopo le dichiarazioni di questa mattina del presidente russo Vladimir Putin, torna a parlare sulla guerra in Ucraina anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
In una videointervista per l'agenzia Reuters, il vertice dell'Alleanza Atlantica ha detto che quella utilizzata da Putin nel discorso alla nazione è "una pericolosa e incauta retorica nucleare" e che il capo del Cremlino "sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e avrebbe conseguenze senza precedenti per la Russia". Un monito che serve anche a ribadire la linea rossa già evocata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che proprio negli ultimi giorni aveva lanciato un segnale al presidente russo spiegando che quello che voleva dire a Putin era "Non farlo", perché le conseguenze sarebbero state direttamente proporzionali.
Come osservato da molti analisti e da alcuni leader occidentali, anche la linea di Stoltenberg è quella di interpretare le ultime dichiarazioni di Putin dal Cremlino come una dimostrazione di debolezza più che di capacità di gestire e imporre una svolta alla guerra. Per il vertice della Nato, il discorso alla nazione di questa mattina con l'annuncio della mobilitazione parziale dei riservisti rappresenta in realtà l'inizio di una escalation di Putin che "dimostra che la guerra non sta andando secondo i suoi piani. Dimostra che aveva sbagliato i calcoli, che ha fatto grossi errori".
La minaccia nucleare non è il solo argomento tracciato da Stoltenberg, la cui organizzazione è apparsa, specialmente dopo l'invasione dell'Ucraina, decisamente più solida di quanto sembrasse negli anni precedenti. Il segretario generale della Nato ha spiegato che l'Alleanza "sta aumentando la sua presenza" su tutto il fronte orientale, quindi lungo il confine russo e ha sottolineato che l'azione atlantica è affinché "non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell'uso di armi nucleari". Tutto questo, ha tenuto a ribadire Stoltenberg, senza che la Nato sia in guerra con la Russia. Questo è un punto che il vertice del blocco euro-atlantico ha tenuto a ribadire anche per evitare, probabilmente, ulteriori innalzamenti della tensione dopo che nel discorso di oggi Putin ha ribadito di considerare l'Occidente un nemico che vuole "distruggere" la Russia. Proprio per questo motivo, l'ex premier norvegese ha detto che quanto fatto dalla Nato nel sostegno all'Ucraina è stato (ed è) pienamente in linea con la Carta delle Nazioni Unite che afferma il principio dell'autodifesa di fronte a un'aggressione. Una dichiarazione che però non sembra in grado di "bucare" i convincimenti del presidente russo che anzi, proprio per dare sostegno alla linea della mobilitazione parziale delle truppe, ha voluto ricordare come il vero avversario in questa fase della guerra in Ucraina sia proprio l'Occidente, senza fare riferimento ad alcun tipo di legittimità del supporto atlantico alle forze armate di Kiev.
Sul fronte di un possibile accordo di pace, invece, la linea della Nato sembra non essere cambiata dopo le parole di Putin. Stoltenberg, come del resto ribadito anche da altri leader europei, ha ricordato che la possibilità di un accordo è sempre vista con favore, ma che questo deve essere fatto con la totale disponibilità ucraina. "Un negoziato sarebbe il benvenuto ma quello che abbiamo visto è che la Russia vuole controllare una larga parte dell'Ucraina e non ci sono indicazioni di un cambiamento della strategia di distruggere l'Ucraina come Stato sovrano" ha detto a Reuters il segretario Nato. "Un negoziato è auspicabile ma sappiamo che l'Ucraina deve potenziare la propria posizione sul terreno e poi dopo può sedersi a un tavolo" ha continuato Stoltenberg "perciò per assicurare che ci sia un esito negoziale accettabile (per Kiev ndr) dobbiamo sostenerli nella battaglia". Una linea non diversa da quella espressa dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che a New York, dopo aver ricevuto il World Statesman Award 2022 da parte della fondazione Appeal of Conscience, ha detto che "solo l'Ucraina può decidere quale pace sarà accettabile, ma dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere il raggiungimento di un accordo, quando finalmente sarà possibile".
Una linea comune che confermerebbe l'idea di alcuni osservatori sul fatto che il premier italiano potrebbe guidare l'Alleanza Atlantica alla fine del mandato del norvegese. L'attuale segretario generale, a una precisa domanda sul punto, ha preferito glissare con un diplomatico: "Non spetta a me avere un'opinione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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