Un dramma senza fine. Il Nepal non trova pace. Mentre il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha messo in ginocchio il paese è salito a 5.057, oltre 250 persone sono disperse sotto un valanga che ha travolto un villaggio, Ghodatabela, nel distretto di Rasuwa, a nord di Kathmandu, un’area in un parco naturale molto popolare per via dei bellissimi sentieri di trekking. Tra i dispersi, ci potrebbero essere molti turisti stranieri. "Stiamo cercando di raggiungerli, ma il cattivo tempo e la pioggia stanno ostacolando i soccorsi", ha riferito il governatore del distretto, Uddhav Bhattarai.
Le vittime del devastante terremoto che sabato ha colpito il Nepal potrebbero essere 10.000, ha dichiarato il premier Sushil Koirala. Il terreno della capitale si è spostato fino a tre metri verso sud, mentre l’Everest dovrebbe essere rimasto della stessa altezza, affermano alcuni esperti internazionali citati dal sito del Guardian. Per l’Onu sono 8 le milioni di persone colpite del sisma e di queste, 1,4 milioni, sono a corto di cibo. Inoltre un milione è senza casa.
Koirala ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché fornisca tende, medicine ed assistenza sanitaria per la cura e la riabilitazione delle vittime del sisma. Il governo del Nepal ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. "Non siamo preparati ad un disastro di questa entità - ha dichiarato il ministro dell’Interno, Bam Dev Gautam - non abbiamo sufficienti risorse ad abbiamo bisogno di più tempo per portare aiuto a tutti".
Molte persone hanno trascorso ancora la notte all’aperto a Kathmandu dove l’elettricità è stata ripristinata solo in alcune zone ed è intermittente. Anche le scorte di cibo e di gas si stanno esaurendo nella capitale. "Noi siamo qui per strada, senza cibo e acqua e non abbiamo visto un rappresentante del governo da tre giorni", ha dichiarato un uomo accampato per strada con la famiglia. Se questa è la situazione nella capitale, ancora più è drammatica nei villaggi più remoti e più duramente colpiti del sisma nei distretti di Sindhupalchowk, Rasuwa, e Gorkha che sono ancora inaccessibili agli aiuti.
Accertate le quattro vittime italiane: i trentini Renzo Benedetti, Marco Pojer ed Oskar Piazza e la marchigiana Gigliola Mancinelli. Tra i 39 italiani dati per dispersi, ci sarebbe anche un bolzanino di 22 anni. Il giovane, Aaron Hell, negli ultimi due mesi aveva lavorato come cuoco in Nepal. Il suo rientro in Alto Adige era previsto giovedì scorso ma all’ultimo momento aveva deciso di prolungare la sua permanenza fino all’estate considerato l’afflusso di escursionisti. Il suo telefono cellulare dal giorno del terremoto non è più raggiungibile. Intanto però tra ieri notte e stamattina sono stati rintracciati 18 italiani che si trovano in Nepal. Lo ha annunciato il responsabile dell’unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri in diretta su Radio anch’io, precisando però che non fanno parte dei 40 italiani irreperibili. Al momento sono "una decina" gli italiani che la Farnesina sta ancora cercando di contattare, in Nepal.
"Nelle ultime ore grazie alla ripresa parziale delle telecomunicazioni cellulari e al fatto che i soccorsi hanno potuto raggiungere alcune zone remote del Nepal, la ricerca costantemente effettuata dall’Unità di crisi del ministero degli Esteri ha dato i suoi esiti consentendo di riprendere i contatti con diversi connazionali che non si riuscivano a rintracciare. Al momento scende a una decina il numero degli italiani che la Farnesina sta ancora cercando di contattare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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