Padre Pierluigi Maccalli, il missionario della Società delle missioni africane rapito in Niger, "è vivo e sta bene". A dare la notizia è padre Mauro Armanino, missionario italiano coinvolto da ormai sette anni in opere di beneficenza in Niger, e precisamente nella capitale Niamey dove si trova la casa regionale della congregazione di cui fa parte lo stesso padre Maccalli.
"Il ministro dell'Interno ci ha detto che sta bene e per questo immagino che ci siano contatti con i rapitori", queste le parole di Armanino ad Agi. E adesso le speranze tornano a essere vive, anche se continuano a viversi ore di angoscia, soprattutto per 'assenza di richieste di riscatto.
Padre Armanino ritiene che il confratello rapito sia finito nelle mani dei pastori islamisti fulani (c'è chi pensa vi sia l'ombra di Al Qaeda), la stessa etnia che ha già compiuto migliaia di omicidi in Nigeria e dove si è dedicata, molte volte, ad assalti contro le comunità cristiane. Secondo il sacerdote, Maccalli sarebbe ancora in Niger, perché le frontiere sono fortemente controllate.
Ma la paura è che i sequestratori, invece di recarsi in Burkina Faso, optino per il Mali, dove la comunità fulani ha altri membri che aiuterebbero sicuramente i rapitori. E infatti Armanino è chiaro: "Quella che ha rapito Pierluigi è una piccola cellula. Ma se riuscissero ad arrivare in Mali la situazione si aggraverebbe per il nostro confratello". E il confratello del missionario rapito ricorda come quel Paese sia già stato il luogo di un altro doloroso rapimento di una religiosa cristiana.
"Proprio in Mali è tata rapita nel febbraio 2017 la religiosa colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, che si trova tutt'oggi in cattività. E noi temiamo che anche il sequestro di padre Pierluigi possa protrarsi a lungo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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