Nobel, bufera su Handke: "Sostenne i criminali di guerra"

Le "madri di Srebrenica" hanno chiesto la revoca del premio Nobel per la letteratura 2019 assegnato a Peter Handke: "Ha difeso i carnefici dei Balcani"

Nobel, bufera su Handke: "Sostenne i criminali di guerra"

È bufera sul neo premio Nobel per la letteratura 2019 Peter Handke. Le "Madri di Srebrenica" sono rimaste sconvolte dalla decisione dell'Accademia svedese delle scienze di assegnare il Nobel al controverso scrittore austriaco. Il gruppo, che riunisce i parenti delle vittime del massacro avvenuto nel 1995 nell'enclave bosniaca, ha chiesto al comitato di revocare il premio.

Come ha scritto la presidente dell'associazione Munira Subasic sul portale bosniaco Klix, "l'uomo che ha difeso i carnefici dei Balcani non può ricevere quel premio. Non penso che sia una coincidenza".

Il settantaseienne scrittore austriaco, infatti, da tempo affronta critiche per la sua vigorosa difesa dei serbi durante le guerre negli anni '90 che hanno devastato i Balcani mentre la Jugoslavia si disintegrava. Handke aveva persino visitato Milosevic nella sua prigione all'Aia e nel 2006 aveva preso la parola durante il suo funerale.

La Subasic – che guida il gruppo che era stato fondato nel 2002 da Hatidža Mehmedović, la casalinga diventata attivista per i diritti umani dopo che aveva perso il marito ed entrambi i figli nel massacro – ha spiegato che i sopravvissuti a quei fatti sono "terribilmente feriti per l’assegnazione di questo Premio Nobel ad uno che ha difeso i criminali, specialmente coloro che hanno commesso il genocidio. Questa è una decisione politica". Poi ha attaccato il Comitato svedese: "È sintomatico che questo sia il secondo scandalo negli ultimi due anni. Lo scorso anno il premio Nobel per la letteratura non è stato assegnato affatto a causa dello scandalo sessuale che ha coinvolto alcuni dei componenti dell’Accademia".

L’assegnazione del Nobel ad Handke ha riaperto vecchie ferite nei Balcani occidentali, un territorio ancora traumatizzato dalle conseguenze delle guerre di disintegrazione dell'ex Jugoslavia. A Srebrenica, le milizie serbo-bosniache uccisero ben 8 mila uomini musulmani attraverso attacchi e azioni che furono definite dalla giustizia internazionale come "genocidio".

Numerosi intellettuali della Bosnia, del Kosovo e dell'Albania hanno criticato l’assegnazione del Nobel ad Handke, considerato un apologeta del nazionalismo serbo e un occultatore dei crimini commessi da Slobodan Milosevic e compagni (mentre i suoi sostenitori lo ritengono un intellettuale che ha osato combattere la demonizzazione dei serbi come causa di tutti i mali delle guerre nell'ex Jugoslavia, uno che ha attaccato la stampa internazionale che considerava i serbi "malvagi" e bosnico-musulmani tutti "buoni").

Sefik Dzaferovic, un membro musulmano della presidenza tripartita bosniaca, ha considerato un grave peccato premiare Handke. "È vergognoso che il Comitato Nobel trascuri il fatto che Handke abbia giustificato e difeso Slobodan Milosevic e i suoi esecutori Radovan Karadzic e Ratko Mladic, che sono stati condannati per i più gravi crimini di guerra, incluso il genocidio", ha detto Dzaferovic.

Anche il presidente del Kosovo, Hashim Thaci, ha criticato l'assegnazione del Nobel a Handke. "Il genocidio in Bosnia-Erzegovina ha avuto degli autori. Handke ha scelto di sostenere e difendere quegli autori. La decisione sul premio Nobel ha causato un immenso dolore alle innumerevoli vittime", ha scritto Thaci su Twitter.

Il primo ministro albanese Edi Rama ha postato sullo stesso social network: "Non avrei mai pensato di sentirmi vomitare per un premio Nobel, ma la spudoratezza sta diventando una parte normale del mondo in cui viviamo. Non possiamo diventare così insensibili al razzismo e al genocidio".

Il ministro degli Esteri albanese Gent Cakaj ha tweettato: "Come credente appassionato dell'eterna bellezza e del potere della letteratura per arricchire l'esperienza umana e come vittima della pulizia etnica e del genocidio, sono sconvolto dalla decisione di premiare con il Nobel alla letteratura un negazionista del genocidio. A che atto ignobile e vergognoso stiamo assistendo nel 2019!". L'emiro Suljagic, un sopravvissuto al genocidio di Srebrenica, ha dichiarato: "Un fan di Milosevic e famigerato negazionista del genocidio ottiene il premio Nobel per la letteratura ... Che brutto momento stiamo vivendo".

Sulla piattaforma di petizioni online Change.org, nel giro di poche ore sono già state raccolte, nel momento in cui scriviamo, ben 12 mila firme per chiedere il ritiro del Nobel a Handke per essere stato un ammiratore di Milosevic, il "macellaio dei Balcani".

Come scrive La Vanguardia, in Serbia, dove Handke è stato ampiamente premiato, il Nobel all'austriaco è stato accolto con gioia. Il ministro della Cultura, Vladan Vukosavljevic, ha sottolineato che lo scrittore era con "il popolo serbo" nei suoi momenti più difficili. Anche il regista serbo Emir Kusturica ha celebrato il premio e ha affermato che "la lotta politica (di Handke) è stata la continuazione della sua letteratura". Il sindaco di Belgrado, Zoran Radojicic, ha parlato di "un grande scrittore, un umanista e un uomo che ama la Serbia".

Mentre i principali intellettuali austriaci, come Noel Elfriede Jelinek e Robert Menasse, hanno difeso il diritto al dissenso di Handke, la scrittrice americana Susan Sontag, che era a Sarajevo durante l'assedio serbo, e lo scrittore italiano Claudio Magris, hanno accusato Handke di avere minimizzato l'ultranazionalismo serbo

e le sue azioni aggressive.

Handke, se il premio sarà confermato, adesso riceverà nove milioni di corone svedesi, circa 830 mila euro, una medaglia, un diploma e tanta pubblicità gratuita per i suoi libri.

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