Non si può più dire "migranti": ecco il nuovo lessico anti-razzista

Negli uffici pubblici della capitale tedesca Berlino spunta il manuale per educare gli impiegati ad una comunicazione rispettosa delle diversità: non si potrà più dire "migrante" o "straniero". Vietate pure le parole con accezione negativa che contengono il termine "nero"

Non si può più dire "migranti": ecco il nuovo lessico anti-razzista

"Schwarzfahrer" è il termine che si usa in tedesco per indicare chi viaggia senza biglietto sui mezzi pubblici. Letteralmente si traduce "passeggero nero". Pepe Danquart, nel 1992, intitolò così un cortometraggio da Oscar. Ora, però, questa, assieme a tante altre parole, dovrà sparire dal lessico utilizzato nella capitale tedesca. Se non dalle bocche del popolo, perlomeno da quelle dei funzionari della città.

La svolta politically correct di Berlino è contenuta in un documento di 44 pagine votato dal Senato rosso-rosso-verde. L’obiettivo? Evitare le discriminazioni ed educare i dipendenti pubblici ad usare una comunicazione più rispettosa della "diversità". Insomma, dopo il vocabolario femminista, in Germania arriva quello anti-razzista. Per non offendere nessuno, quindi, ora i furbetti di metro e bus dovranno essere chiamati non più "Schwarzfahrer", ma "passeggeri senza un valido biglietto". La lista è lunga. Meglio evitare di dire "anschwärzen", ovvero mettere in cattiva luce, letteralmente "in una luce nera". Gli impiegati dovranno optare per un più neutro "diffamare".

E ancora, bando alle parole "straniero" e "richiedente asilo". Per non turbare i nuovi arrivati nel Paese, negli uffici pubblici berlinesi si dovrà usare rispettivamente "residente senza la cittadinanza tedesca" e persone "abilitate a ricevere protezione". Ovviamente anche il termine migrante è considerato discriminatorio. Più corretto specificare che si tratta di "persone con una storia internazionale" o di "migranti per lavoro" se invece sono arrivate in Germania per motivi economici. Il pamphlet è stato distribuito in migliaia di uffici, assieme ad un incentivo di 150 euro per i dipendenti, che nei prossimi tre anni dovranno adeguarsi ai nuovi standard della città multiculty.

Un percorso che, spiega al corrispondente de La Stampa uno dei promotori dell’iniziativa, il senatore verde Dirk Behrendt, dovrebbe portare la capitale tedesca ad essere sempre più tollerante. Non solo. Il governo vuole passare letteralmente dalle parole ai fatti a partire dal 2024, quando a sostituire i dipendenti che andranno in pensione, con tutta probabilità ci saranno anche moltissimi immigrati. Tra le sensibilità tutelate dalla nuova lingua del politicamente corretto c’è anche quella delle persone transessuali e persino degli anziani. Sarà vietato, per esempio, pubblicare annunci di lavoro adatti a persone "giovanili".

"Berlino è una metropoli caratterizzata per la diversità dei suoi cittadini – si legge sul sito della città-Stato - l’apertura al mondo, la tolleranza e il rispetto reciproco sono

importanti se vogliamo che la convivenza funzioni bene". "Tuttavia – specifica il Land - di tanto e in tanto, si verificano casi di discriminazione e di violenza razzista". Per combatterli ora ci sarà anche un nuovo lessico.

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