Rifiuta servizio floreale alle nozze gay, la Corte Suprema le dà ragione

La Corte Suprema degli Stati Uniti vuole che sia riconsiderato il caso della fioraia Barronelle Stutzman che si rifiutò, per le sue convinzioni religiose, di realizzare il servizio floreale per il "matrimonio" di una coppia gay

Rifiuta servizio floreale alle nozze gay, la Corte Suprema le dà ragione

A seguito della sentenza del 4 giugno scorso a favore di Jack Phillips, che si era rifiutato di creare una torta personalizzata per celebrare delle nozze gay, adesso la Corte Suprema degli Stati Uniti vuole che sia riconsiderato il caso della fioraia Barronelle Stutzman.

Bob Ferguson, il procuratore generale dello Stato di Washington, e la coppia dello stesso sesso formata da Curt Freed e Robert Ingersoll, avevano citato l’Arlene's Flowers di Richland, di proprietà della signora Barronelle Stutzman, una donna di 73 anni, perché nel settembre 2013 si era rifiutata di lavorare per la loro unione gay.

Ingersoll era stato cliente di Arlene's Flowers per almeno nove anni, acquistando numerosi allestimenti floreali dalla Stutzman e spendendo diverse migliaia di dollari nel suo negozio. La Stutzman sapeva che Ingersoll era gay e che aveva avuto una relazione con Freed per diversi anni.

Quando Ingersoll era andato da Arlene's Flowers per l'acquisto di fiori per il suo imminente "matrimonio" la Stutzman gli aveva detto che non sarebbe stata in grado di realizzare il servizio floreale a causa delle sue convinzioni religiose basate sulla sincera credenza dell’esistenza di un unico matrimonio, quello tra un uomo e una donna.

La Stutzman si era prodigata a dare ad Ingersoll il nome di altri fiorai che avrebbero potuto servirlo. Ma Ingersoll, che sostiene di essersi allontanato da quella conversazione "sentendosi molto ferito e turbato emotivamente" ha citato in giudizio la donna accusandola di avere violato la legge di Washington contro la discriminazione (la Wlad, cioè la Washington Law Against Discrimination) e il Consumer Protection Act (Cpa), la legge sulla tutela dei consumatori.

La Stutzman si difese sostenendo che il Wlad e il Cpa non si potevano applicavare alla sua condotta e alle sue composizioni floreali che sono una forma di espressione artistica protetta dal Primo Emendamento. In caso affermativo, tali statuti avrebbero violato i suoi diritti costituzionali alla libertà di parola, al libero esercizio della professione e alla libera associazione.

Il caso era arrivato davanti la Corte Suprema dello Stato di Washington che aveva dato ragione alla coppia, al Washington Attorney General e all'American Civil Liberties Union, respingendo tutte le affermazioni della Stutzman.

I giudici di Washington nel febbraio 2017 aveva concluso che il governo può costringere a creare espressioni artistiche e partecipare a eventi con cui non si è d'accordo.

Adesso la Corte Suprema degli Stati Uniti, nel caso Arlene's Flowers versus Washington, ha rinviato la causa alla Corte Suprema di Washington, dopo aver annullato la decisione di tale tribunale, ordinando di riconsiderare la sua causa alla luce della recente decisione della Corte Suprema federale, emessa all'inizio dello scorso mese, in favore di un fornaio del Colorado che, come detto, si era rifiutato di fare una torta nuziale per una coppia gay.

Sia la fioraia Stutzman che il fornaio Phillips sono stati rappresentati dall’Alliance Defending Freedom, un gruppo legale cristiano specializzato in libertà religiosa. In entrambi i casi, l'organizzazione ha sostenuto che il Primo Emendamento impedisce al governo di costringere gli americani a usare i propri talenti per fare esprimere messaggi, come il matrimonio omosessuale, a coloro che non sono d'accordo.

Peraltro lo stesso presidente Donald Trump si è più volte espresso a

favore della revoca dei sostegni alle associazioni lgbt e, lo scorso anno, ha proibito al Center for Disease Control and Prevention, l'utilizzo di termini come "diritto", "diversità", "transessuale", non senza polemiche.

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