L'Italia ha deciso di bloccare la revisione di medio termine del bilancio pluriennale dell'Unione europea per il 2014-2020. "Eravamo pronti ad approvare la proposta della Commissione - spiega il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi a margine del consiglio Affari generali - ma la proposta di compromesso fatta dalla presidenza slovacca non è coerente con le ambizioni dell'Unione europea". Non si tratta di un veto, perché quella di oggi non è la sede di decisione sulla revisione, ma di una "riserva" che, di fatto, blocca il provvedimento.
Matteo Renzi lo aveva minacciato già nei giorni scorsi quando aveva capito che Bruxelles era pronta a bocciare la legge di Bilancio. Adesso il sottosegretario Gozi ha calato l'asso del veto. "Oggi abbiamo messo il primo veto a Bruxelles - ha commentato il premier - perché non accettiamo che con i nostri soldi si alzino i muri". È il gioco delle parti, un braccio di ferro estenuante tra Roma e Bruxelles per spuntare un briciolo di flessibilità in più. Al centro c'è, appunto, l'impianto della manovra italiana che, a detta dei tecnici dell'Unione europea, non rispetterebbe al cento per cento il Patto di Stabilità. "Ci auguriamo che la nostra posizione spinga l'Europa a essere più coerente con se stessa, a mettere i soldi dove mette le parole e le priorità - ha detto Gozi - in questi mesi l'Europa ha parlato di sicurezza, di immigrazione, di fare di più per la disoccupazione giovanile, di diventare meno tecnocratica e capace di rispondere meglio alle esigenze dei cittadini: parlare delle priorità politiche senza metterci le risorse adeguate è un esercizio che non siamo più disposti ad accettare".
La partita si gioca nelle prossime settimane, in un momento piuttosto delicato per Renzi che si trova in piena campagna elettorale per il referendum sulle riforme costituzionali. Le coperture ballerine hanno subito messo in allarme l'Europa e la richiesta di una flessibilità per l'emergenze sisma e immigrazione hanno fatto il resto dello scontro tra Palazzo Chigi e l'Unione europea. Che, per il momento, ha deciso di sospendere il giudizio sulla legge di Bilancio. Dopo il 4 dicembre, però, la mannaia di Bruxelles calerà sul governo. Renzi ha provato a giocare d'anticipo. E ha fatto presentare da Gozi il veto sul bilancio europeo. "Non siamo nazionalisti né populisti", ha sottolineato il sottogretario avvertendo poi che il governo è "molto stanco delle ambiguità e delle contraddizioni europee e molto stanchi di un'Europa che dice alcune cose e ne fa altre, di un'Europa piccola con le cose grandi e grande con le cose piccole. Siamo convinti che se l'Europa non cambia rischia la disintegrazione". "La sveglia era suonata con Brexit e ci siamo addormentati, doveva suonare con Bratislava e ci siamo addormentati, adesso molti dicono che suona con Trump - ha concluso - se non vogliamo morire di insonnia, sarà bene che la usiamo per cambiare l'Europa. Solo così risponderemo alle esigenze dei cittadini".
Nonostante la "riserva" dall'Italia, la presidenza slovacca di turno ritiene di "aver raggiunto un ampio consenso" e, pur "rispettando" la posizione di Roma e "l'astensione del Regno Unito", presenterà l'accordo al Parlamento europeo.
L'annuncio è stato fatto dal sottosegretario slovacco per gli Affari europei Ivan Korcok, che ha sottolineato: "Ci saranno 6 miliardi in più per migranti, sicurezza, disoccupazione". Il quadro finanziario pluriennale, al contrario del bilancio annuale, può essere approvato solo all'unanimità, e quindi ogni Stato membro ha un diritto di veto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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