Il Trattato di Schengen ormai è carta straccia. Sono sempre meno i Paesi dell'Unione europea che lo rispettano. In piena emergenza immigrazione, anche la Danimarca ha deciso di introdurre controlli alla frontiera con la Germania per fermare i clandestini e arginare il contrabbando.
L'Europa torna ad alzare i muri. O meglio, a chiudere le frontiere. In risposta all'incapacità degli euroburocrati di Bruxelles di difendere i confini dalle ondate migratorie, sono sempre più i Paesi che hanno aderito al Trattato di Schengen a respingere gli extracomuniatri che tentano di vecare i confini. I primi sono stati la Francia, che a Ventimiglia non fa più passare nessuno, la Svizzera e l'Austria. Poi l'Ungheria ha avanzato la proposta (poi ritrattata) di alzare un muro di quattro metri per fermare l'invasione dalla Serbia. Negli ultimi giorni il Regno Unito ha approvato la costruzione di una barriera di due miglia, dalle parti di Calais, per bloccare l'avanzata degli immigrati dalla Francia.
L'ultimo Paese a chiudere la frontiera è stata, infine, la Danimarcia. Della decisione il neoministro degli Esteri, Kristian Jensen, ha informato il collega tedesco, Frank-Walter Steinmeier, assicurando che "i controlli saranno comunque in linea con gli accordi di Schengen". Già nel 2011 la Danimarca aveva imposto verifiche a campione su alcune auto in transito nella penisola di Jutland, unico punto di confine terrestre con l’Europa continentale.
La decisione di Copenaghen è frutto dell’accordo di coalizione con il partito di destra Df, fondamentale per il governo al fine di avere i voti necessari in parlamento. Tra le altre richieste del partito conservatore c’è il referendum sulla permanenza della Danimarca nell'Unione eruropea, dopo il voto britannico, entro la fine del 2017.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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