La pista inglese che porta alla strage di Charlie Hebdo

Emergono sempre più chiaramente i rapporti tra jihadismo francese e inglese. I combattenti venivano reclutati a Leichester, ma gli attentati venivano pianificati a Parigi

Djamel Beghal (a sinistra) con Cherif Kouachi
Djamel Beghal (a sinistra) con Cherif Kouachi

È una storia che parte da lontano e che si dipana nel corso degli ultimi 15 anni, ma che val la pena raccontare. Sono le 7 di mattina del 25 settembre 2001, appena 14 giorni dopo l'attentato delle Torri gemelle. Gli uomini dell'antiterrorismo inglese irrompono in due case di Leichester, nella zona a maggioranza islamica e scoprono, come racconta il Telegraph, una incredibile cellula di supporto ad Al Qaida.

Le case appartengono a Brahim Benmerzouga e Baghdad Meziane. Sono arrivati in Inghilterra nel 1997 e, per 4 anni, nessuno si è accorto di loro. Sono le menti del terrorismo jihadista in Inghilterra. Organizzano gli spostamenti dei miliziani nel Vecchio continente, fornendo falsi passaporti e carte di credito false. Facendo girare i soldi della Jihad dal Medioriente all'Europa e dall'Europa al Medioriente.

Nelle loro case vengono ritrovati oltre 60 video che incitano alla jihad, alla guerra santa. Nel pc di Meziane vengono trovate mail cifrate, in cui si chiedono i prezzi per vestiti - ovvero passaporti - "washed" e "unwashed".

Nel 2003 i due vengono riconosciuti colpevoli per aver creato una rete atta a finanziare il terrorismo islamico.

Torniamo al 2001, più precisamente al 7 settembre, 4 giorni prima dell'attentato alle Torri gemelle. Un amico di Benmerzouga e Meziane, Djamel Beghal, viene fermato all'aereoporto di Dubai in possesso di un falso passaporto. Interrogato, come riporta il Telegraph, Beghal confessa di star preparando un attacco suicida a Parigi.

Come Benmerzouga e Meziane anche Beghal è un seguace di Abu Qatada, ritenuto per molto tempo l'ambasciatore spirituale in Europa di Osama Bin Laden. E, sempre come Benmerzouga e Meziane, anche Beghal è un membro dell'"Algeria’s Armed Islamic Group", la GIA, un gruppo islamista collegato ad Al Qaida.

Beghal viene quindi spedito nella prigione di Fleury-Merogis, dove è imprigionato anche Chérif Kouachi, arrestato mentre cercava di raggiungere l'Iraq. È accusato di essere un terrorista.

E in carcere Beghal diventa il mentore di Kouachi. In questa prigione è detenuto anche Amedy Coulibaly, un piccolo gangster che, però, - durante gli anni di prigionia - sviluppa un interesse sempre maggiore nei confronti del mondo islamico, radicalizzando sempre più la propria fede.

Uscito di prigione, Beghal si trasferisce a Murat, nel dipartimento di Cantal. Kouachi e Coulibaly lo raggiungono spesso, portandogli anche soldi e cibo. Stanno organizzando un nuovo piano per attaccare Parigi, ma vengono scoperti.

Beghal viene condannato a 12 anni, Coulibaly torna in prigione e Kouachi si salva per assenza di prove.

L'anno scorso, Coulibaly è uscito di prigione, proprio mentre diminuiva la sorveglienza dei fratelli Kouachi, considerati poco pericolosi. Il resto è (tragica) storia.

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