Pornodivo uccide fotografo durante "rito sciamanico" facendogli inalare veleno di rospo

Il pornoattore iberico è accusato di omicidio colposo e di crimini contro la salute pubblica e, se condannato, rischia fino a 9 anni di carcere

Pornodivo uccide fotografo durante "rito sciamanico" facendogli inalare veleno di rospo

Sta destando scalpore in Spagna la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il pornoattore Nacho Vidal, accusato di omicidio per avere fatto inalare a un fotografo di moda dei vapori velenosi di un “rospo psichedelico”. Il 47enne attore in questione, il cui vero nome è Ignacio Jordà González, ha recitato in oltre 600 film per adulti ed è stato formalmente incriminato dalla magistratura di Valencia dopo un’indagine durata 11 mesi. Il delitto citato si è infatti verificato il 28 luglio 2019. A morire per colpa di quelle inalazioni tossiche è stato il fotografo Jose Luis Abad.

Secondo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti e dal Sun, Nacho avrebbe dato all’amico il veleno tossico del rospo del fiume Colorado durante un “rituale sciamanico” diretto a curare la dipendenza da cocaina che affliggeva Abad. L’animale in questione era il “bufo alvarius”, sulla cui schiena si trovano ghiandole che secernono sostanze dagli effetti allucinogeni. A immortalare lo svolgimento di tale rituale è stato il cellulare del fotografo, usato dal cugino di Vidal per realizzare un video di 22 minuti, in cui si vede Abad inalare il veleno cristallizzato per circa 20 secondi, prima di iniziare a singhiozzare e a contorcersi. Il rito in questione, si vedeva in quel clip, era accompagnato dal frastuono di tamburelli e campane, suonati da due sedicenti “aiutanti” di Vidal.

A un certo punto, il viso di Abad diventava blu, con il pornodivo che provava a eseguire manovre di primo soccorso sul malcapitato ed esortava il cugino, intento a riprendere la scena, a chiamare un’ambulanza. Quel 28 luglio di due anni fa, i soccorritori sarebbero arrivati intorno alle 23:00 e non avrebbero fatto altro che dichiarare il fotografo morto sul posto. Per avere ideato quel rituale sciamanico finito in tragedia, Vidal, uno dei suoi parenti e un suo dipendente, dopo 11 anni di indagini, sono stati arrestati con le accuse di omicidio colposo e crimini contro la salute pubblica. Attualmente, gli indagati sono in libertà provvisoria e, se condannati, rischiano fino a 9 anni di carcere. Finora, l’attore ha sempre negato davanti ai magistrati di essere uno sciamano, insistendo sul fatto per cui la morte di Abad sarebbe stata un incidente.

La posizione processuale di Vidal è molto grave poiché gli investigatori affermano di avere scoperto che i rituali venivano eseguiti da lui regolarmente, in quanto li spacciava come pratiche dai benefici medici. Tuttavia, il “rituale ancestrale” del pornodivo, anche se apparentemente innocuo, rappresentava, scrivono gli inquirenti iberici, un "serio rischio per la salute" e attirava persone che erano "facilmente influenzabili, vulnerabili o che cercavano aiuto per malattie o dipendenze utilizzando metodi alternativi".

Fare inalare alla gente del veleno di rospo, senza fare attenzione alle quantità somministrate di tale sostanza e senza seguire alcun protocollo di sicurezza, rappresenta, per la legge spagnola, proprio un caso di omicidio colposo.

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