Pugno duro dell'Olanda su migranti dalla Grecia: "Non vogliamo bambini"

Niente bambini e niente quote di minori accompagnati: il ministro olandese per le migrazioni, Ankie Broekers-Knol, ha escluso senza mezzi termini la possibilità che il suo paese aiuti la Grecia accogliendo alcuni tra i soggetti più deboli. Olanda disposta ad inviare soltanto uomini e mezzi

Pugno duro dell'Olanda su migranti dalla Grecia: "Non vogliamo bambini"

Solidarietà sì, ma solo fino ad un certo punto: è questo il concetto emerso dalle parole del ministro olandese per le migrazioni Ankie Broekers-Knol, secondo cui i Paesi Bassi sono disposti ad aiutare la Grecia sul fronte dell’emergenza migratoria ma solo con “uomini e mezzi”.

Niente dunque quote di profughi attualmente stanziati con mille difficoltà nel paese ellenico, niente accoglienza di persone che da sola Atene non riesce da anni ad accogliere. Ma soprattutto, i Paesi Bassi non sono disponibili ad accogliere bambini: “Il nostro governo aiuterà la Grecia con uomini e mezzi – ha dichiarato Ankie Broekers-Knol – ma non accoglierà i bambini, i minori non accompagnati che si trovano al confine tra Grecia e Turchia”.

Secondo l’esponente del governo Rutte, membro del partito liberale Vvd, in questo momento la solidarietà verso la Grecia si può fermare soltanto all’invio di uomini e mezzi ed ogni elemento che può aiutare Atene a gestire i flussi: “La cosa – ha dichiarato il ministro olandese – va vista nella logica della dichiarazione Grecia-Turchia. I Paesi Bassi sono disposti a dare tutto il sostegno necessario alla Grecia, a sostenerli a mandare persone che possano aiutarli ad identificare le persone nelle isole, per la registrazione eccetera, ma non siamo disposti a farci carico dei bambini”.

In poche parole il governo olandese, seguendo probabilmente la linea di molti paese del nord Europa, considera l’attuale crisi migratoria ai confini orientali dell’Ue una vicenda relativa ad Atene ed Ankara. Per questo l’unico aiuto disposto a dare riguarda esclusivamente l’invio di uomini e mezzi.

Così come riportato dall’AdnKronos, nel corso della conferenza stampa tenuta dal ministro Ankie Broekers-Knol, una cronista avrebbe fatto presente la delicatezza della situazione attuale per centinaia di ragazze e ragazzi: “Quello che ho detto – ha quindi tagliato corto il ministro – è che la cosa va vista nel contesto della dichiarazione Grecia-Turchia”.

“L'Olanda – ha concluso Ankie Broekers-Knol – è pronta a fare tutto che dobbiamo e possiamo fare per sostenere la Grecia, anche l'Ue è disposta ad aiutare la Grecia, ma non a farci carico dei bambini”.

Non c’è quindi da sorprendersi, alla luce di queste dichiarazioni, se il governo di Atene ha preso la decisione di usare la mano ferma per respingere il flusso migratorio avviato dopo l’apertura delle frontiere da parte della Turchia.

Il premier greco Mistotakis, memore anche del comportamento dell’Europa durante la crisi economica che ha attanagliato (e che attanaglia ancora oggi) il paese, già dalle prime ore della nuova emergenza era ben consapevole della scarsa solidarietà dal resto del

vecchio continente. Per cui, la scelta del suo esecutivo è stata quella di evitare il più possibile nuovi ingressi in territorio ellenico. Una scelta che, tra le altre cose, ha obbligato l’Ue ad assumere quanto meno una posizione di difesa dei confini esterni.

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