È durato dodici l'ore l'ultimo cessate il fuoco ad Aleppo, mediato da Russia e Turchia, per l'evacuazione delle migliaia di civili che ancora vivono nella zona Est - quella tenuta dai ribelli - di una città che un tempo era una delle metropoli più vitali della Siria, e che ora è ridotta a un cumulo di macerie dove si lotta per la vita, tra continui bombardamenti da parte delle forze governative.
Sono in molti a dover ancora lasciare Aleppo, tanto i combattenti quando gli abitanti che ancora si trovano in città. Un nuovo accordo raggiunto ieri sera dovrebbe permettergli il passaggio sicuro verso nord, verso le campagne, per lasciare il passo alle forze lealiste, che dopo anni di assedio controllano ormai la quasi totalità della città.
Un primo convoglio con a bordo persone ferite ha iniziato a muoversi questa mattina per lasciare Aleppo Est, mentre i media locali denunciano spari sui mezzi in movimento da parte delle milizie sciite che combattono accanto ad Assad e almeno un morto tra gli evacuati.
Sarebbero circa 15mila le persone da evacuare. I dettagli della tregua parlano di quattromila ribelli e delle loro famiglie, da trasferire "attraverso il corridoio di al-Ramouseh verso il Rif occidentale di Aleppo". Un migliaio di persone, distribuite su 20 bus, sono state già evacuate: tra di loro anche donne e bambini.
Tra il fallimento del primo accordo e la nuova intesa nuovi, pesanti bombardamenti si sono abbattuti
sulla città. L'alto commissario delle Nazioni Unite, Zeid Ra'ad al-Hussein, sostiene che potrebbero ammontare a crimini di guerra. Ma in un conflitto come quello siriano nessuno - da entrambi i lati - pare farci più caso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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