Qual è il vero obiettivo di Vladimir Putin? Fin dove vuole spingersi? Si limiterà all'Ucraina o nelle sue intenzioni c'è quella di estendere il conflitto militare in altri Paesi? Una serie di interrogativi che continua a restare senza risposte precise. Il motivo è chiaro: la situazione sul campo di guerra è in continua evoluzione, tanto da rendere impossibile effettuare qualunque previsione. Tuttavia c'è chi, da parte russa, inizia ad avanzare qualche scenario che potrebbe verificarsi nel giro delle prossime settimane: il presidente della Federazione Russa avrebbe davanti a sé due strade, su cui però non avrebbe ancora preso una decisione definitiva.
Appare evidente come la conquista di tutta l'Ucraina rappresenti un obiettivo troppo difficoltoso se si considerano le risorse che la Russia è disposta a utilizzare nel corso di questa operazione militare. Da Mosca assicurano che ormai la situazione a Mariupol "si è normalizzata", nonostante la resistenza nell'acciaieria Azovstal. La sensazione di molti è che Putin non si fermerà. A questo punto la domanda sorge spontanea: di cosa ha bisogno per dichiarare vittoria?
L'accordo di pace
In merito alle prossime mosse russe da compiere ci sarebbero due scuole di pensiero, divise dagli sviluppi del conflitto militare nei confronti dell'Ucraina. A riferirlo è stato Dmitrij Suslov, che dirige il Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia (uno dei pensatoi del Cremlino): al Corriere della Sera ha spiegato che "non c'è consenso in questo momento" e ha fatto sapere che allo stato attuale Vladimir Putin "non ha ancora scelto".
Dunque sarebbero due gli scenari che potrebbero delinearsi all'orizzonte. Il primo riguarda "una decisiva vittoria in Donbass" a cui fare seguire un accordo di pace con l'Ucraina "basato sui termini della nostra offerta originaria": dalla demilitarizzazione alla rinuncia alla Nato (neutralità), passando per il riconoscimento ufficiale dell'annessione della Crimea. In sostanza Odesssa e Nikoalev rimarrebbero ucraine e i russi potrebbero ritirarsi dal territorio di Kherson. "Se la vittoria russa in Donbass è inequivocabile, sarebbe più facile per Kiev accettare questo accordo", ha spiegato Suslov.
Lo scenario massimalista
C'è comunque un'alternativa, che Suslov definisce "massimalista": non la vede di buon occhio perché a suo giudizio richiederebbe un impiego di maggiori risorse e non farebbe altro che prolungare la guerra. In sostanza si andrebbe avanti con l'offensiva, mossa dalla volontà di nuovi successi territoriali. Nello specifico c'è chi è determinato nell'infliggere una "sconfitta pesante" all'Ucraina nel Donbass, per poi occupare la restante parte meridionale (con Odessa e Nicolaev) "tagliandone l'accesso al mare e stabilendo una connessione diretta con la Transnistria, dove c'è anche un'altra popolazione russofona oppressa".
Proprio nelle scorse ore Volodymyr Zelensky ha lanciato un campanello d'allarme: il presidente ucraino ha avvertito che il prossimo passo delle forze russe potrebbe essere quello di prendere il controllo del sud dell'Ucraina per avere accesso alla Transnistria, regione
separatista della Moldova. Il controllo sull'Ucraina meridionale potrebbe consentire anche l'accesso alla Transnistria: ciò ha innescato la reazione della Moldavia, che ha convocato l'ambasciatore russo a Chisinau.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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