Qatar, le strane trame degli Emirati Arabi Uniti contro l'Iran

L'hackeraggio dell'account mail dell'ambasciatore emiratino negli Stati Uniti, Yousef al Otaiba, svela l’esistenza di una stretta collaborazione tra Emirati Arabi Uniti e un think thank neo conservatore e pro-israeliano in funzione anti-iraniana

Qatar, le strane trame degli Emirati Arabi Uniti contro l'Iran

Tutto ha inizio quando l'account mail dell'ambasciatore emiratino negli Stati Uniti, Yousef al Otaiba, viene hackerato. La pubblicazione di alcune mail svela l’esistenza di una stretta collaborazione tra Emirati Arabi Uniti e un think thank neo conservatore e pro-israeliano, la Foundation for the Defense of democracy (FDD), in funzione anti-iraniana.

Il gruppo di hacker si fa chiamare col nome di Global-Leaks, e avrebbe legami con DCLeaks, che in passato ha hackerato account dei democratici americani. Secondo alcuni esperti DCLeaks è di proprietà russa, e gli hacker hanno legami con la Russia o stanno cercando di dare l'impressione di averne, usando anche degli indirizzi che terminano con ".ru", ossia l'identificativo di un account russo.

"Caro ambasciatore,- si legge in una mail dell’amministratore delegato dell'FDD Mark Dubowitz, indirizzata sia all'ambasciatore che al capo dei consulenti del think thank John Hannah (ex collaboratore di Dick Cheney), - il memorandum in allegato fornisce dettagli sulle compagnie, ordinate per provenienza, che stanno conducendo affari contemporaneamente con l'Iran e con Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Si tratta di una lista finalizzata a mettere queste aziende di fronte ad una scelta, come abbiamo discusso in precedenza". Il titolo della mail è appunto "Lista delle compagnie che investono in Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti" e diventa virale sui siti americani.

Il memorandum inoltrato da Dubowitz include anche una lista di "compagnie non americane che hanno affari in Arabia Saudita e EAU, e che stanno cercando di investire anche in Iran". Fra queste ci sarebbero ad esempio la francese Airbus e la russa Lukoil. Probabilmente l'identificazione delle compagnie serve affinché Eau e Arabia Saudita esercitino pressioni nei loro confronti e non investano in una economia come quella iraniana, in fase espansiva dopo la firma dell'accordo sul nucleare nel 2015, che vide Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti contrari. Le e-mail hackerate dimostrano che esiste un alto livello di cooperazione tra l'Fdd - finanziato dal miliardario israeliano Sheldon Adelson, alleato del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu - e le monarchie del Golfo. In una mail dello scorso 16 agosto, Hannah mandò all'ambasciatore un articolo in cui si riteneva che Eau e Fdd fossero responsabili del tentato golpe in Turchia. "Onorato di essere in tua compagnia", fu il commento di Hannah all'articolo inoltrato.

In un altro scambio di mail a fine aprile 2017, Hannah si lamenta con Otaiba perché il Qatar sta ospitando un incontro tra dirigenti di Hamas in un albergo di proprietà emiratina. Otaiba risponde che il vero problema è la base militare statunitense in Qatar: "Che ne dici di questo: spostate la base e noi spostiamo (chiudiamo, ndr) l'hotel". In altre mail si allude ad alcuni incontri tra FDD e governo degli Eau in programma per l'11 giugno, nei quali Dubowitz e Hannah vengono dati come partecipanti, così come Jonathan Schanzer, vice presidente dell'FDD. Le autorità emiratine affermano di voler coinvolgere nei colloqui anche Sheikh Mohammad bin Zayed, il principe che ha il comando delle Forze armate del paese. Tra gli argomenti in programma, risulta anche il Qatar, e nella fattispecie l'emittente Al Jazeera, con base a Doha.

"Al Jazeera è uno strumento di instabilità regionale", si legge nello scambio di mail ma il nodo rimane l'Iran e si allude a "una possibile cooperazione tra Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti per avere un impatto positivo sulle dinamiche interne iraniane". La cooperazione includerebbe "strumenti politici, economici, militari, informatici e di intelligence", con l'obiettivo di "contenere e sconfiggere l'aggressività iraniana".

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