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Quei dodici 007 Usa infiltrati nel cuore del governo tedesco

BerlinoPrima il danno: il monitoraggio, da anni, del cellulare della cancelleria Angela Merkel da parte dei servizi segreti Usa. Poi la beffa: il controllo del telefonino di Roderich Kiesewetter, politico della Cdu e presidente della commissione parlamentare d'inchiesta chiamata a fare luce proprio sulla «raccolta» dei dati dei cittadini tedeschi da parte dell'intelligence americana. Lo ha svelato ai media lo stesso Kiesewetter e in molti ormai sospettano che il suo caso sia solo la punta di un iceberg. Nelle stesse ore Steffen Bockshahn, deputato dei social-comunisti della Linke, ha reso noto che il suo cellulare è stato hackerato da ignoti. Il mondo politico tedesco ha fatto subito quadrato contro le nuove intrusioni: «Se sarà confermato che lo spionaggio contro i servizi di intelligence tedeschi ha coinvolto anche il lavoro della commissione di indagine sull'Nsa, ci troveremo di fronte a un assalto senza precedenti contro Parlamento e istituzioni democratiche», ha dichiarato il capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Thomas Oppermann.
Le ultime rivelazioni chiudono una settimana turbolenta: prima l'arresto di un dipendente dei servizi segreti tedeschi vendutosi agli americani, poi le indagini contro una talpa Usa dentro al ministero della Difesa di Berlino. Il governo Merkel ha reagito espellendo il capo delle spie Usa in Germania la marea continua a salire. Secondo la popolare Bild am Sonntag sarebbero almeno una dozzina gli Spionen americani infiltrati in diversi ministeri-chiave tedeschi. Rabbia in aumento anche per la reazione dell'amministrazione Obama, il cui portavoce Josh Earnest, si è permesso di punzecchiare Berlino: «I disaccordi esistenti possono essere risolti in maniera molto più efficiente attraverso i canali privati, non sui mezzi di comunicazione». Parole che non hanno trovato grandi consensi.
«Penso che non sarà facile convincere gli americani a cambiare completamente il modo in cui lavorano i loro servizi di intelligence» ha detto Merkel alla tv pubblica Zdf. La cancelliera ha ribadito che «la Guerra fredda è finita» e che «i servizi segreti dovrebbero concentrarsi su questioni più importanti». La leader cristiano democratica ha però deluso i politici più antiamericani, rassicurando invece il mondo delle imprese: uno stop al negoziato per un accordo di libero scambio Ue-Usa non è al momento un'opzione.
Conclusa la registrazione video, la cancelliera è volata a Rio con il capo dello Stato Joachim Gauck per la finale Germania-Argentina. E visto che c'era, ha fatto ventilare dal suo portavoce anche un colloquio fuori programma con l'attuale arcinemico di Barack Obama: il presidente russo Vladimir Putin, presente nella città brasiliana quale organizzatore dei prossimi Mondiali di calcio (Russia 2018). A fare la parte del poliziotto buono è tornato ancora il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier che, poche ore prima della finalissima in Brasile, incontrava a Vienna il segretario di Stato americano John Kerry a margine di una riunione sul nucleare iraniano. Le relazioni Berlino-Washington «sono necessarie e indispensabili», hanno dichiarato i capi delle due diplomazie.

Ma se Kerry si è limitato a parlare della «grande amicizia» fra i due Paesi, il ministro tedesco ha respinto le parole del portavoce Earnest, menzionando apertamente «le difficoltà di queste settimana nella nostra cooperazione bilaterale».

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