In Malaysia, diversi internauti si sono visti infliggere una sentenza molto severa, in quanto avrebbero “offeso l’islam” trascorrendo “troppo tempo sui social network”.
Andrew Khoo, avvocato impegnato nel difendere i diritti umani fondamentali nel Paese asiatico, ha di recente segnalato ai media occidentali tale vicenda giudiziaria, da egli bollata come “assurda” e “senza precedenti nella storia”. In base al racconto fornito dal legale, quattro ragazzi malaysiani sarebbero stati condannati a oltre 10 anni di carcere in applicazione delle leggi preposte alla salvaguardia della moralità e della religione nazionali. Le autorità del paese musulmano avrebbero infatti considerato l’abitudine di passare giornate intere sul web a postare commenti e foto come una “condotta contraria ai precetti coranici”.
Secondo l’avvocato Khoo, l’ispettore generale della polizia della Malaysia, Mohamad Fuzi Harun, avrebbe redatto ai danni dei quattro internauti una requisitoria, poi approvata dal collegio giudicante, che associava il trascorrere troppo tempo sul web a una violazione dei “doveri del pio fedele islamico”. In base all’atto di accusa predisposto dall’ispettore, i ragazzi, seguendo la loro smodata passione per i canali social, non avrebbero condotto “azioni utili per la famiglia di appartenenza e per l’intera comunità”. Rinunciare ad aiutare la propria cerchia familiare e la società in nome di un utilizzo sfrenato di Internet costituirebbe quindi, a detta del dirigente di polizia, un “insulto nei confronti delle norme coraniche che impongono ai singoli di osservare condotte esemplari e solidali”.
Andrew Khoo ha ripetutamente evidenziato la “severità senza precedenti” del verdetto in questione, indicandolo, allo stesso tempo, come espressione di una “paranoia anti-social”. Egli ha poi annunciato che, nei prossimi mesi, i media internazionali si troveranno costretti a riportare notizie relative a vicende giudiziarie altrettanto assurde, in quanto, a suo dire, l’esecutivo malaysiano avrebbe ormai avviato una vera e propria “crociata contro Internet”.
Tale offensiva governativa contro il web sarebbe incoraggiata dal ministro per gli Affari religiosi, Mujahid Yusof Rawa, il quale, come i leader musulmani conservatori, vedrebbe i social come una “creatura del demonio”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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