Siria, altro smacco per Obama: lascia pure lo zar anti Isis

Obama si prepara a lanciare una campagna militare più aggressiva contro i jihadisti. Ma il generale John Allen, l'uomo-chiave della coalizione anti Isis, lascia l’incarico

Siria, altro smacco per Obama: lascia pure lo zar anti Isis

Un altro smacco per Barack Obama. E il fronte siriano si fa sempre più complicato. Proprio quando la Casa Bianca sta valutando di cambiare strategia nella lotta allo Stato islamico, l'uomo-chiave della coalizione lascia l’incarico. Il generale in pensione John Allen, incaricato di coordinare le operazioni contro i jihadisti, ha deciso di dimettersi. Ufficialmente per motivi personali: vuole stare vicino alla moglie malata. Ma, secondo fonti ben informate la decisione sarebbe legata soprattutto al disagio dell’ex ufficiale di fronte alla gestione della lotta al Califfato e la mancanza di sufficienti risorse.

In una intervista alla Stampa, il segretario di Stato americano John Kerry dice chiaramente di essere preoccupato dal "sostegno militare di Mosca per il regime di Bashar Assad", che rischia di provocare una "escalation ulteriore del conflitto". "La brutalità del regime, che la Russia sostiene, ha alimentato la crescita dell’estremismo", continua il capo della diplomazia americana secondo cui le azioni di Mosca, che ha schierato soldati, jet e blindati nella base siriana di Latakia, potrebbero portare a un’escalation e a "una maggiore perdita di vite innocenti, accrescere il flusso di rifugiati e rischiare un confronto con la coalizione anti Isis operante in Siria". Ma, mentre Obama e i suoi tuonano contro Vladimir Putin, che a conti fatti è il solo a muoversi per neutralizzare l'Isis, la Casa Bianca deve fare i conti con le dimissioni del generale John Allen, ex comandante delle forze in Afghanistan. Il suo successo più importante è sicuramente quello di aver strappato un accordo con la Turchia all’inizio del 2015 per permettere alle forze armate americane di usare la base aerea di Incirlik per far partire i raid contro l’Isis in Siria. Ed è proprio in Siria che Obama avrebbe deciso di cambiare strategia.

Secondo il Washington Post, l’amministrazione si prepara a lanciare una campagna militare più aggressiva contro i jihadisti e considera l’ipotesi di fornire armi e munizioni a un vasto gruppo di ribelli. Alti funzionari che hanno voluto mantenere l’anonimato hanno rivelato al Washington Post che "la Casa Bianca potrebbe decidere di fornire armi alla coalizione dell’opposizione che si trova nel nord del Paese". Fino ad ora erano arrivate solo armi non-letali e equipaggiamenti difensivi. L’auspicio è che il gruppo combatta insieme alle forze curde per isolare Raqqa e impedire il transito di armi e militanti tra la Siria e la città irachena Mosul. La mossa segna un importante cambiamento nella strategia dell’amministrazione Obama che nell’ultimo anno ha concentrato i propri sforzi per sconfiggere l’Isis in Iraq considerando la Siria un luogo con poche prospettive per un successo sul campo. Se l’iniziativa andrà in porto, sarà la prima volta che il Pentagono fornirà direttamente armi a gruppi di ribelli in Siria, che finora ha addestrato al confine turco e quello giordano.

"La Casa Bianca - sostengono alti funzionari - non ha ancora preso una decisione e potrebbe continuare con la politica dei raid aerei nel Paese". L’amministrazione sta anche considerando l’ipotesi di sfruttare il consenso di Ankara sull’uso della base aerea di Incirlik per aiutare a blindare il confine turco-siriano.

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