La discussione sulla decisione della Corte suprema americana di ribaltare la storica sentenza Roe contro Wade, che stabiliva fin dal 1973 il diritto costituzionale all'aborto negli Stati Uniti, ha sollevato un polverone di polemiche a livello mondiale. Definito da più parti un "terremoto costituzionale", è destinato a spaccare ulteriormente l'America, provocando rivolte e proteste che sono già cominciate il tutto il Paese e non solo. La sentenza conferisce ai singoli Stati il potere di stabilire le proprie leggi sull'aborto, senza più preoccuparsi di entrare in conflitto con la sentenza Roe contro Wade, che per quasi mezzo secolo aveva consentito l'aborto entro 24 settimane di gravidanza. Ora i riflettori sono puntati sui giudici che hanno ribaltato cinquant'anni di storia.
L'unica donna presente nel council responsabile della decisione è anche l'ultima arrivata. Si chiama Amy Coney Barrett, proviene dalla Louisiana, ha 50 anni ed è di religione cattolica. Ha 7 figli, di cui 2 adottati, ed è stata nominata nel 2020 da Donald Trump. Il legame tra il giudice e l'ex presidente degli Stati uniti appare molto forte, considerando che è stato lo stesso Trump a volere Coney Barrett alla Corte d'appello nel 2017.
Quello che in queste ore negli Stati uniti viene contestato al giudice è che durante le audizioni per la conferma, lei non ha mai rivelato la sua posizione in merito all'aborto. Anzi, si è allineata agli altri candidati sottolineando l'importanza del principio "stare decisis", che indica la fedeltà al precedente giurisprudenziale vincolante negli ordinamenti del common low. Coney Barrett ha preso il posto di Ruth Bader Ginsburg alla sua morte, quando il 57enne Brett Kavanaugh venne considerato il più progressista dei conservatori. Ex assistente di Ken Starr, Kanaugh veniva posizionato più spostato verso i conservatori anche rispetto a Neil Gorsuch, parte della Corte dal 2017. Anche loro in sede di conferma avevano dimostrato lealtà al principio "stare decisis".
La sentenza di ieri, però, dimostra che niente è solido e tutto può essere modificato. A spiegare bene questo orientamento è stato il giudice Samuel Alito, uno dei membri anziani arrivati alla Corte suprema nel 2006 sotto la gestione Bush.
In base a quanto da lui dichiarato, quel principio ha "un ruolo considerevole ma non assoluto". Un passaggio fondamentale per capire come si possa essere arrivati alla decisione, ben noto anche all'altro membro anziano, Clarence Thomas, da 31 anni giudice della Corte suprema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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