La Corte Suprema degli Stati Uniti ha detto no alla Casa Bianca, che aveva chiesto di affrontare in tempi rapidi la questione dei "dreamer", i giovani immigrati irregolari arrivati in America quando erano minori, giudicando la costituzionalità o meno del Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), il programma varato da Obama. Come scrive Politico la Corte non ha voluto accogliere la richiesta, formulata dal Dipartimento di Giustizia. In seno alla Corte tutti hanno condiviso tale decisione. L'alta Corte potrebbe tornare di nuovo sull'argomento, in futuro, ma è probabile che prima i giudici vogliano consentire a uno o più tribunali d'appello di prendere in esame la questione.
Ma perché si è arrivati a questo punto? Il programma Daca scade il 5 marzo e Trump lo scorso settembre ha chiesto al Congresso di riformarlo, annunciando che, in mancanza di una riforma, non lo avrebbe rinnovato. Ma due corti distrettuali federali, in California e nello stato di New York, si sono espresse contro la fine del Daca. Il Dipartimento di Giustizia, anziché fare ricorso in appello, si è rivolta direttamente alla Corte Suprema, chiedendo di annullare tali decisioni. Una richiesta che il massimo organo della giustizia americana ha respinto.
Fortemente voluto da Obama, il Daca tutela i giovani immigrati (700-800mila) dall'espulsione. Una decina di giorni fa un giudice di Brooklyn, Nicholas Garaufis, ha affermato che pur avendo il diritto di mettere fine al programma del suo predecessore, Trump non utilizzerebbe gli strumenti giuridici adeguati per poter realizzare questo intento.
Poco prima un magistrato di una Corte federale di San Francisco, William Alsup, aveva detto che la richiesta della Casa Bianca verte solo sulla conclusione che il Daca sia incostituzionale. Ma questa tesi non sarebbe giuridicamente corretta, trattandosi, invece, di una scelta squisitamente politica. Scontato, a questo punto, il ricorso in appello da parte della Casa Bianca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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