La Cina ha rifiutato di fornire pezzi di ricambio per gli aerei alle compagnie russe dopo l'introduzione delle sanzioni occidentali. Lo ha dichiarato il capo del dipartimento di aeronavigabilità dell'Agenzia federale del trasporto aereo russo (Rosaviatsia), Valerij Kudinov, a margine dell'evento commerciale incentrato sulla manutenzione degli aeromobili. Si tratta di un chiaro segnale di frizione e rottura tra le due superpotenze sull'atteggiamento oltranzista di Putin alla guerra contro l'Ucraina.
"Molto preoccupati, evitare escalation"
Kudinov ha fatto sapere che Mosca si rivolgerà ad altri Paesi che potrebbero essere "Turchia o India". Inoltre, Kudinov ha sottolineato che ogni impresa negozierà le proprie consegne. In tal senso, sono molto significative le parole delle ultime ore del premier cinese Li Keqiang che ha sottolineato come la Cina sia "profondamente preoccupata per la situazione in Ucraina e spera che la pace possa tornare il prima possibile", aggiungendo che il Paese "segue una politica diplomatica pacifica indipendente. È importante sostenere Ucraina e Russia perché superino le differenze: lavoreremo con la comunità internazionale per evitare l'ulteriore escalation e che la situazione vada del tutto fuori controllo".
Cosa succede adesso
A rincarare la dose ci ha pensato il presidente cinese Xi Jinping, dichiaratosi "turbato" dall'invasione russa dell'Ucraina anche perché "pare che i suoi servizi non lo abbiano avvertito di cosa sarebbe successo" secondo quanto riportato dal direttore della Cia, Bill Burns secondo il quale il leader cinese teme anche "un danno di immagine per la Cina essendo associata alla brutalità dell'aggressione di Mosca" ed è preoccupato per le "conseguenze economiche in un momento in cui il tasso di crescita dell'economia cinese è il più basso degli ultimi 30 anni". Nel commercio con la Russia, la Cina ha "in ballo" circa 150 miliardi di dollari e le sanzioni occidentali contro il Cremlino potrebbero essere dannose per la sua stessa economia.
La mossa dei russi
Anche i due più grandi produttori mondiali, Boeing e Airbus, hanno abbandonato l'aviazione russa interrompendo la fornitura di componenti. Come riporta Il Messaggero, il governo di Putin sta cercando di correre ai ripari ordinando a tutte le compagnie aeree battenti bandiera russa di pagare in rubli gli aerei in affitto facendo in modo di impedire la restituzione degli stessi alle compagnie straniere se i contratti con loro saranno annullati. Di contro, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, ha affermato che Cina e Russia "continueranno a portare avanti una normale cooperazione commerciale, compreso il commercio di petrolio e gas, nello spirito del rispetto reciproco, dell'uguaglianza e del mutuo beneficio". Allo stesso tempo, però, la Cina ha promesso aiuti umanitari all'Ucraina del valore di 5 milioni di Yuan (circa 720mila euro).
Le "due facce" di Pechino
Come abbiamo visto sul Giornale.it, la partita di Pechino in questo contesto è molto complicata. Le contraddizioni sono evidenti e certamente calcolate: Pechino sta con Mosca ma non approva anzi condanna l'aggressione di cui era probabilmente era al corrente. Come hanno evidenziato diverse fonti di intelligence è altamente probabile che Putin abbia comunicato il suo piano a Xi in occasione della sua visita a Pechino per l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali, promettendo in quella sede di far partire l'attacco dopo la fine dei giochi.
Vladimir Putin e il presidente cinese fecero una dichiarazione congiunta molto impegnativa affermando che Russia e Cina sarebbero state unite in un'alleanza strategica per opporsi non soltanto agli Stati Uniti ma all'intero mondo occidentale. In questo scacchiere, però, la Cina sembra dissociarsi sempre di più con dichiarazioni e dati concreti (ricambio degli aerei, ad esempio): come cambieranno i rapporti tra le due superpotenze?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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