In Svizzera arriva la stangata sui biglietti aerei e sulla benzina. Per raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, il Paese potrebbe ricorrere a misure di austerity.
È la proposta lanciata dalla Commissione dell'ambiente del Consiglio degli Stati, che corrisponde alla Camera alta del Parlamento svizzero. Senza una riforma, infatti, la Svizzera non riuscirebbe a ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030, come è previsto dal Governo, dopo l'accordo sui cambiamenti climatici. Per questo, la Commissione ha deciso di proporre nuove misure che mirano a contenere le emissioni di CO2, così da raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Il voto al progetto arriverà il 2 settembre.
Tra i punti principali della proposta trova posto anche l'applicazione di una tassa fra i 30 e i 120 franchi che verrebbe applicata sui biglietti aerei. Il costo dell'imposta varierebbe in base alla tratta. Secondo la Commissione, questo stratagemma potrebbe ridurre in modo significativo il numero di passeggeri sui voli europei.
Ma le misure non toccheranno solo i cieli. È infatti prevista anche una tassa su benzina e diesel, di 10 centesimi al litro che dal 2025 si alzerebbe a 12 centesimi al litro. In Svizzera, gli importatori di carburante devono già compensare parte delle loro emissioni di CO2, ma con la riforma si arriverà fino al 90%. La tassa che colpirebbe le società di importazione coinvolgerebbe poi anche i consumatori, con un aumento del prezzo.
La proposta prevede anche lo stanziamento di un fondo per il clima, alimentato da varie fonti, tra cui i ricavi dalle vendite all'asta dei diritti di emissione e dalle sanzioni sui veicoli. Inoltre, nel fondo andrebbe a confluire anche un terzo delle tasse sull'anidride carbonica e poco meno della metà di quelle sui biglietti aerei.
Infine la Commissione chiama in causa il settore finanziario e incarica l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari e la Banca nazionale svizzera di misurare i rischi finanziari legati al cambiamento climatico.
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