Trump, visita di Stato a Londra "azzoppata": no al protocollo reale

Parziale vittoria dei 2 milioni di cittadini inglesi che firmarono contro Trump. Il presidente americano sarà sì ricevuto a Londra, ma senza protocollo reale

Trump, visita di Stato a Londra "azzoppata": no al protocollo reale

Per Trump una mezza sconfitta, per chi sottoscrisse la petizione una parziale vittoria. È di oggi la notizia che la Gran Bretagna ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di fare una "visita di prova" a Londra, ma senza il complesso e "ricco" protocollo reale da lui desiderato e previsto dopo la visita della premier britannica May alla Casa Bianca dello scorso gennaio.

Lo rivela oggi il Daily Mail, sottolineando che questa decisione sarebbe una vittoria degli oltre due milioni di britannici che, nei mesi scorsi, hanno chiesto che la visita del presidente americano non una fosse visita di Stato per evitare alla Regina l'imbarazzo di incontrare una persona che si è caratterizzata per "volgarità e misoginia".

Il governo di Theresa May, che non vuole assolutamente scontentare quello che, in vista dello strappo con la Ue, appare essere di nuovo un alleato di ferro di Londra, ha comunque assicurato agli americani che la visita di Stato del presidente Usa potrà avvenire il prossimo anno. Ma solo se la prima, di più basso profilo, sarà un successo.

La decisione della premier Theresa May di "azzoppare" la visita di Stato del presidente americano è dettata dal fatto che si temono grandi manifestazioni anti-Trump a Londra. Alla fine la May ha optato per una soluzione di compromesso, dato che c'era chi come il sindaco di Londra, il laburista Sadiq Khan, qualche tempo fa chiedeva addirittura di annullare la visita di Trump.

"In un momento in cui Trump ha così tante politiche con cui così tanti britannici sono in

disaccordo, non credo che sia appropriato stendere il tappeto rosso", le parole di Khan, che con il presidente Usa non ha mai avuto un buon rapporto. Dopo l'attentato dello scorso giugno al London Bridge, Trump accusò il sindaco londinese di avere presentato delle "scuse patetiche".

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