Più che una votazione quella chi si è svolta oggi è stata un'investitura ufficiale. Non c'erano molti dubbi sul fatto che il ministro dei Trasporti Binali Yildirim avrebbe preso il posto di Ahmet Davutoğlu come segretario dell'Akp e prossimo primo ministro della Turchia. E il congresso straordinario convocato dal partito di Recep Tayyip Erdogan ha confermato le previsioni.
Yildirim, fedelissimo del presidente turco da quando era soltanto il sindaco di Istanbul negli anni Novanta, era uscito vincitore da una consultazione interna al partito ed è arrivato al Congresso convocato ad Ankara come unico candidato, una posizione piuttosto diversa rispetto a quella del 2014, quando si era presentato contro Davutoğlu, che era allora uscito vincitore e aveva preso in mano le sorti del partito.
Nel frattempo le fortune del primo ministro - che si dimetterà quest'oggi - sono mutate notevolmente e in una Turchia che l'Akp vuole portare verso un sistema presidenziale la sua figura, non troppo defilata soprattutto a livello internazionale, cominciava a essere in contrasto con quella di Erdogan, che infine ha ottenuto facesse un passo indietro, più o meno volontario.
Il nuovo segretario Yildirim si è aggiudicato una maggioranza bulgara. 1405 voti, il 100% delle schede valide, portavano il suo nome e nel primo discorso da rappresentante del partito ha delineato la sua linea d'azione, "contro le organizzazioni terroristiche", con operazioni che "continueranno anche dopo il cambio di leadership del partito", ma soprattutto quella che ha descritto come la missione più importante del governo: arrivare a una riforma in chiave presidenzialista, consegnando maggiori poteri nelle mani di Erdogan.
Due punti, quello della lotta contro i "terroristi" - termine che comprende tanto i jihadisti dell'Isis quanto la guerriglia del Pkk - e della trasformazione della repubblica, su cui secondo alcuni analisti lo scontro tra Erdogan e l'ormai ex ministro Davutoğlu si era nell'ultimo periodo acuito, con un primo ministro incline a tentare una soluzione non militare nei confronti dell'insurrezione della guerriglia curda.
Nelle parole di Yildirim spazio anche per i rapporti con l'Unione Europea. "Deve porre fine alla confusione" sulle politiche migratorie, ha detto il segretario dell'Akp, echeggiando le parole usate - a cadenza quasi quotidiana - da Erdogan nell'ultimo periodo.
Ankara non ha intenzione di cedere alle richieste di Bruxelles, che in cambio della cancellazione dei visti per i cittadini turchi vuole una revisione delle norme contro il terrorismo.
Domani il cancelliere tedesco Angela Merkel sarà a Istanbul per il vertice umanitario dell'Onu e
ha in agenda un incontro con Erdogan. L'accordo sui migranti e la cancellazione dell'immunità politica per i parlamentari - mossa che mette a rischio l'opposizione filo-curda, su cui Berlino ha già commentato con asprezza - sono destinati a creare più di un attrito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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