Il sovranista che sfida Erdogan: "Migranti, per voi non c'è posto"

La sortita di Akesson tra i migranti accampati a Edirne, al confine tra Turchia e Ue, ha subito indignato gli avversari politici dei Democratici svedesi

Il sovranista che sfida Erdogan: "Migranti, per voi non c'è posto"

Jimmie Akesson, leader del partito sovranista Democratici svedesi, si è reso di recente protagonista di un’iniziativa diretta a dissuadere i migranti accampati al confine tra Turchia e Ue dall’andare nel Paese nordico. L’esponente nazionalista si è infatti recato personalmente nella città di Edirne, situata alla frontiera tra la nazione islamica, la Grecia e la Bulgaria, per distribuire volantini ai richiedenti asilo lì presenti, su cui campeggiavano frasi cupe circa la sorte che toccherebbe agli stranieri entrati in Svezia.

Sui fogli consegnati da Akesson agli aspiranti profughi bloccati nella città turca e desiderosi di raggiungere gli Stati Ue, riporta The Independent, c’era infatti scritto: “In Svezia non c'è posto. Non venite da noi. Non possiamo darvi soldi o procurarvi un alloggio”. In calce ai fogli incriminati, il leader nazionalista aveva apposto la firma “Il popolo svedese e i Democratici svedesi”.

Non è la prima volta, ricorda la testata londinese, che membri della formazione sovranista si recano ai confini dell’Unione europea per distribuire ai migranti volantini che li scoraggino a entrare in territorio comunitario. Ad esempio, nel 2015, molti rappresentanti delle organizzazioni giovanili del medesimo partito svedese erano infatti andati sull’isola greca di Lesbo, sottoposta allora alla pressione di inarrestabili arrivi di profughi, per consegnare sempre agli extracomunitari dei fogli dal contenuto analogo a quelli apparsi ultimamente a Edirne.

Stavolta però, ha sottolineato il giornale d’Oltremanica, l’iniziativa intesa a convincere i richiedenti asilo a non emigrare in Svezia è stata condotta al di là delle frontiere europee dal leader Åkesson in persona.

Quest’ultimo, rimarca The Independent, si è quindi vantato sui social della sua recente trovata in territorio turco, giustificandola con le seguenti parole: “Ci ricordiamo tutti del caos migratorio del 2015 e dobbiamo di conseguenza tentare tutto il possibile per impedire che quel disastro si ripresenti”.

La distribuzione dei volantini incriminati ha subito indignato gli avversari politici dei Democratici svedesi, che hanno sostanzialmente bollato la mossa del rappresentante nazionalista come una “trovata pubblicitaria”.

Ad esempio, precisa il quotidiano on-line britannico, Nyamako Sabuni, massima dirigente del Partito liberale nonché ex ministro del governo di Stoccolma, ha appunto tuonato contro la sortita di Åkesson a Edirne: “Ci apprestiamo ad affrontare una situazione migratoria molto seria, che richiede una reazione altrettanto seria. Quella di Åkesson non è la leadership di cui la Svezia o gli immigrati hanno bisogno. Il suo è soltanto inutile populismo”.

Il fatto che il capo sovranista abbia distribuito in questi giorni agli aspiranti profughi dei fogli firmati anche a nome del “popolo svedese” ha inoltre indotto l’avvocato Behrang Eslami a denunciare il politico alla polizia del Paese nordico per “incitamento all’odio”.

Il legale, citato sempre dalla testata londinese, ha usato infatti parole dure contro la scelta del campione sovranista di consegnare ai migranti materiale propagandistico presentandosi come rappresentante della nazione scandinava: “Anche io faccio parte di quel popolo svedese, e Åkesson non mi rappresenta. Andare in giro a distogliere delle persone disperate dal proposito di raggiungere l’Europa è totalmente sbagliato e offende i diritti umani”.

La denuncia presentata da Eslami, sottolinea The

Independent, sembra non avere affatto turbato i Democratici svedesi, che, tramite il loro portavoce Henrik Gustafsson, hanno assicurato che il procedimento penale in questione “si concluderà con un nulla di fatto”.

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