Accuse contro la Turchia: "Uccisi 20 civili in Siria"

Continuano le operazioni nel nord del Paese. Ankara colpisce villaggi tenuti dai curdi

Accuse contro la Turchia: "Uccisi 20 civili in Siria"

Sarebbero almeno venti i civili che hanno perso la vita e cinquanta quelli che sono rimasti feriti in un bombardamento compiuto dalle forze armate turche sul villaggio di Jeb al-Kussa, nel nord della Siria.

A denunciare i fatti è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base a Londra che segua da anni la guerra civile in Siria, avvalendosi di una fitta rete di informatori e attivisti nel Paese, e considerata dai suoi detrattori vicina ai gruppi ribelli.

Altre quindici persone sarebbero rimaste uccise in un raid aereo su una fattoria vicina al villaggio di al-Amarna, presa oggi dai ribelli sostenuti dalla Turchia e finora nelle mani delle Sdf (Forze democratiche siriane), coalizione composta per la maggior parte da combattenti curdi.

Rapporti che Ankara nega, sostenendo invece che negli strike aerei su Jarablus siano morte 25 persone, ma in ogni caso combattenti delle milizie curde. Mancano, al momento, conferme di terze parti.

Continua così l'operazione Scudo dell'Eufrate, lanciata dalla Turchia con l'obiettivo primario di strappare all'Isis Jarablus, in un'avanzata praticamente incontrastata, su una città abbandonata dai jihadisti. L'intento di Erdogan è quello di spingersi poi verso sud, con l'obiettivo dichiarato di contenere sì le milizie del sedicente Stato islamico, ma pure di ricacciare oltre l'Eufrate i combattenti curdi delle Ypg/Ypj.

L'intervento di Ankara ha il preciso scopo di ridurre l'influenza nel nord della Siria delle milizie curde che da mesi combattono contro l'Isis, a cui hanno strappato centinaia di chilometri di territorio, sostenuti dagli aerei della coalizione. Una situazione che alla Turchia spaventa.

Ankara, che considera il Pkk un'organizzazione terroristica, accusa da tempo gli Stati Uniti di non volersi schierare contro le Ypg/Ypj siriane, molto vicine ai militanti curdi turchi. In una recente visita in Turchia del vicepresidente americano Joe Biden, le due parti si sono trovate d'accordo nel definire il corso dell'Eufrate una linea rossa.

Le milizie curde hanno letto le parole degli americani come un sostanziale tradimento da parte di un Paese che finora li ha protetti e aiutati nella loro avanzata. Per Washington, tuttavia, la Turchia resta un alleato prezioso - nonostante i molti contenziosi aperti -. Più delle Ypg/Ypj.

Le truppe turche continuano a lavorare a sostegno dell'avanzata di circa un migliaio di ribelli di varie fazioni, compresi i turcomanni della Brigata Sultan Murad.

Oggi l'esercito turco ha sofferto la prima perdita, quando due carriarmati sono finiti nel mirino dei sistemi anticarro in possesso dei curdi. Un video pubblicato dall'agenzia curda Firat mostra la distruzione di un mezzo.

Intanto in Turchia un lancio di razzi ha colpito

l'aeroporto di Diyarbakir, città a maggioranza curda nel Sud-Est, senza tuttavia provocare vittime. Due soldati sono rimasti feriti nella provincia di Hakkari, in uno degli attacchi - ormai all'ordine del giorno - del Pkk.

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