Ci sono tracce radar che collegano la base di Incirlik alla rotta dei caccia dei golpisti turchi. Secondo indiscrezioni riportate da Repubblica, la rete di comunicazione della Nato sarebbe stata usata per coordinare i movimenti del golpe sfuggendo così alla sorveglianza dell'intelligence governativa. A confermare queste accuse, che se confermate inchioderebbero l'amministrazione Obama, ci sarebbe il decollo dalla pista di Incirlik di almeno un aereo cisterna che avrebbe rifornito di carburante gli F-16 golpisti impegnati a bombardare i palazzi governativi nel tentativo di uccidere Recep Tayyip Erdogan.
Le tracce radar di Incirlik
Le accuse di Ankara sono state lanciate non appena il golpe era stato sventato. Erdogan non ci ha pensato su più di tanto e ha incolpato Washington puntando il dito contro Barack Obama. Col passare delle ore sembra che dietro al blitz di venerdì notte ci sia effetticamente la longa manus degli Stati Uniti. A confermare questa tesi ci sarebbero appunto le tracce radar che partono da Incirlik. In realtà nella base della Nato non ci sono solo i rifornitori americani ma anche quelli turchi. Il modello è identico. E, come fa notare Repubblica, tutti i velivoli turchi "dipendono dall'ufficiale anatolico che guida il Decimo Tanker Group, il generale Bekir Ercan Van, arrestato domenica insieme ad altri undici militari". Stando alla versione fornita dal Pentagono, infatti, l'aereo cisterna sarebbe infatti partito dalla zona turca dell'aeroporto. Una tesi che, però, regge fino a un certo punto se si considera che "i reparti statunitensi sono integrati nel comando turco".
Il fallimento del golpe
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il fallimento del golpe va ricercato proprio nel braccio di ferro che venerdì notte si è consumato nei cieli turchi. Quando i caccia F-16, che sorvolavano Ankara e Istanbul, non sono riusciti ad abbattere il bireattore di Erdogan, il putsch era pressoché perso.
Secondo numerosi analisti, il mancato abbattimento del velivolo presidenziale da parte dei generali ribelli resta un mistero, ma secondo la ricostruzione fornita dal sito Flightradar Erdogan sarebbe stato difeso dagli F-16 del Sesto stormo caccia che si sono subito alzati in volo dall'aeroporto di Bandirma. I caccia governativi hanno, infatti, aperto la strada di Erdogan a Istanbul abbattendo prima un elicottero golpista che volava su Ankara e bombardando poi i carriarmati che assediavano il parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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