Nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan e, soprattutto, in Armenia, sta scatenando grandi polemiche quanto accaduto in diretta tv relativamente alla conversione di un tredicenne cristiano all'islam. Una conversione poi smascherata e che ha suscitato indignazione in una Armenia da sempre trafitta da quella tragedia passata alla storia come "genocidio armeno".
Nel corso di una seguita trasmissione televisiva che va in onda sulla stazione televisiva Atv, Nihat Hatipoglu, accademico e teologo turco, presidente della Gaziantep University of Science and Technology, curatore del programma, ha portato in studio un ragazzo di 13 anni armeno che ha "voluto" convertirsi. Così, di fronte a migliaia di spettatori, il ragazzo ha ripetuto le parole della confessione musulmana, la shahàda, diventando quindi un musulmano.
Immediatamente, Hatipoglu ha chiesto al ragazzo che nome musulmano volesse assumere e, guarda caso, il giovane Arthur ha "scelto" il nome "Nihat", lo stesso del presentatore del programma in onda in Turchia. Sul sito armeno Lurer.com, la madre, Alina Y., appena ha saputo del fatto, ha dichiarato che suo figlio non si era convertito all'islam. "Siamo armeni e cristiani. Se l'avessi saputo, sarei stato vicino a mio figlio. Arthur è un ingenuo ragazzo di soli 13 anni. Un suo amico siriano gli ha detto: 'Andiamo, andiamo a parlare dal vivo alla televisione. Loro ci daranno dei giochi e possiamo mangiare fianco a fianco con le stelle'. E mio figlio è andato con lui. È un bambino, ha sbagliato, ma non si è convertito e non è circonciso".
Alina ha anche chiamato il parlamentare turco di origine armena Garo Paylan, membro della Grande Assemblea nazionale della Turchia per il Partito democratico popolare (Hdp), per spiegare che suo figlio è stato invitato al programma senza l'autorizzazione dei suoi genitori. E Paylan ha deciso che invierà una lettera agli organizzatori del programma, accusandoli di "pedofilia".
Per la comunità armena, il presentatore Hatipoglu ha violato il trattato di Losanna, in particolare gli articoli che difendono le minoranze etniche e religiose da qualsiasi genocidio. In effetti, il trattato, nello spiegare gli aspetti del genocidio, afferma che la conversione forzata è inaccettabile e che la conversione di un minore, senza la presenza dei suoi genitori, è equiparata a una conversione forzata.
Il ragazzo, infatti, secondo quanto spiegato dalla madre, non aveva nemmeno pensato di diventare musulmano prima di entrare in studio, né aveva ricevuto una formazione per preparare la sua presunta conversione. Hatipoglu si è difeso sul Independent Turkish sostenendo che avrebbe chiamato la famiglia del bambino prima della trasmissione per ottenere il permesso telefonico della madre e del patrigno. Ricostruzione smentita dalla madre del giovane. Hatipoglu ha rilanciato dicendo: "il mio obiettivo è mostrare la faccia pulita dell'Islam. Non faccio il mio programma secondo le reazioni nei social media. Nella tradizione islamica non puoi tornare indietro se diventi musulmano".
Aram Atesyan, il vicario generale del Patriarcato Armeno in Turchia ha detto che vuole incontrare il bambino con i genitori ed ha spiegato che questa
"conversione" è stata criticata non solo dalla comunità armena ma anche da vari settori della religione islamica. Anche l'associazione per i diritti umani ha annunciato che avrebbe presentato una denuncia penale per Hatipoglu.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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