Turchia, la vendetta di Erdogan: arrestati 7mila agenti di polizia

Il presidente della Turchia non perde tempo e ordina un'ondata di epurazioni: arrestati migliaia di militari, magistrati, poliziotti

Turchia, la vendetta di Erdogan: arrestati 7mila agenti di polizia

Sono i giorni del redde rationem, in Turchia.

A tre giorni dal golpe, vero o artefatto che sia, il Sultano presenta il conto agli oppositori interni. Da ore, il Paese è attraversato da un'ondata di arresti che colpisce indiscriminatamente militari, giudici, imprenditori e ogni centro di potere che ancora si opponga al presidente Recep Tayipp Erdogan. Questa mattina un soldato che aveva aperto il fuoco davanti al tribunale della capitale, Ankara, è stato freddato dalla polizia.

Nelle ultime ore sono stati sospesi dal servizio oltre settemila agenti di polizia in tutta la Turchia, obbligati a consegnare le armi e a cedere il distintivo. Molti potrebbero essere arrestati nelle prossime ore.

Negli ultimi due giorni erano finiti in manette oltre seimila fra giudici e militari, fra cui ventisei generali e migliaia di magistrati e procuratori dissidenti. Il presidente Erdogan ha affermato pubblicamente di volersi impegnare per estirpare il "virus" della sedizione e della ribellione.

Le forze speciali presidiano i punti strategici di Ankara ed Istanbul, mentre la gente comune si risveglia attonita cercando di riprendere, per quanto possibile, la vita quotidiana.

Pare ormai scontato che il presidente Erdogan approfitterà della situazione per imprimere un'ulteriore svolta autoritaria a un regime che già da anni sta perdendo a poco a poco le caratteristiche di una democrazia compiuta. Fra i punti più controversi all'ordine del giorno c'è l'ipotesi, avanzata dallo stesso presidente, di reintrodurre la pena di morte "dopo averne parlato con l'opposizione".

Preoccupazione di Usa e Ue

Nel frattempo gli stessi leader occidentali che nella notte fra venerdì e sabato avevano supportato apertamente il governo "democraticamente eletto" oggi invitano Erdogan a rispettare la prassi costituzionale senza abusare dell'eccezionalità della situazione per varare una legislazione speciale.

"Non ci possono essere deroghe allo Stato di diritto", ha protestato l'Alto commissario per la politica estera della Ue Federica Mogherini, mentre il commissario per la politica di vicinato e i negoziati per l'allargamento dell'Ue, Johannes Hahn, ha addirittura accusato Erdogan di aver preparato da tempo le "liste di epurazione" di giudici e militari sgraditi.

Con gli Usa i rapporti sono tesissimi dopo che il ministro del Lavoro turco aveva accusato apertamente gli Usa di essere dietro il fallito colpo di Stato. Un'insinuazione respinta al mittente dal segretario di Stato americano John Kerry, che aveva bollato le frasi del ministro anatolico come "totalmente false e lesive dei rapporti fra i due Paesi."

La Borsa turca crolla

Sui mercati l'effetto del tentato golpe non ha tardato a farsi sentire.

All'avvio delle contrattazioni la Borsa di Istanbul ha aperto questa mattina cedendo il 2,9%, mentre la lira turca cerca di riprendersi dal crollo di venerdì sera. Nelle ore del golpe la divisa turca aveva perso oltre il 4%, mentre ora guadagna circa il 2% a 2,96 sul dollaro.

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