Il governo britannico ha in questi giorni licenziato un consigliere della premier Theresa May, accusato di avere pronunciato, durante un’intervista, frasi antisemite. In realtà, spiegano i media inglesi, l’alto funzionario non avrebbe esternato alcuna opinione antisemita, ma avrebbe semplicemente criticato George Soros, magnate americano di origini israelitiche e promotore di campagne internazionali pro-migranti.
A essere estromesso dall’entourage del primo ministro è stato l’accademico Sir Roger Scruton, filosofo e docente di estetica. Egli, nel novembre del 2018, era stato nominato dalle autorità di Londra a capo di una commissione governativa incaricata di fornire a Downing Street proposte di rinnovamento architettonico delle città del Regno Unito. Tuttavia, una sua recente intervista al settimanale New Statesman gli è costata la cacciata dal prestigioso incarico.
Scruton, nel suo colloquio con i giornalisti di tale organo di informazione, aveva accusato Soros di effettuare continue ingerenze, grazie ai media europei a lui vicini, nella politica interna dell’Ungheria e di condizionare, attraverso il suo “impero finanziario”, le scelte di molti governi occidentali. L’accademico, sempre nella sua intervista a New Statesman, aveva quindi preso posizione in difesa del governo di Viktor Orban, qualificando i provvedimenti adottati da quest’ultimo come una “legittima difesa” contro le pressioni di Soros e contro l’immigrazione islamica.
Interloquendo con i cronisti del settimanale, l’allora consigliere della May aveva poi indicato il leader di Fidesz come una “piacevole eccezione” in un panorama politico europeo caratterizzato quasi esclusivamente da “governanti rassegnati al declino dei valori artistici e culturali dell’Occidente”. A detta del filosofo, il fronte sovranista capeggiato da Orban rappresenterebbe l’ultimo baluardo dell’identità occidentale contro l’avanzata del “globalismo amorale” propugnato da Soros e contro la “colonizzazione musulmana” del Vecchio continente.
Altri bersagli delle invettive di Scruton erano stati il termine “islamofobia” e il governo cinese. Egli, sempre nell’intervista a New Statesman, aveva infatti qualificato il primo come un’“arma” ideata dai leader maomettani per zittire all’istante chiunque denunci l’umiliante condizione delle donne e dei cristiani nei Paesi musulmani. Le autorità di Pechino erano state invece accusate dall’allora consigliere della May di stare trasformando il Paese asiatico in una gigantesca “società di automi”.
Le critiche del filosofo all’indirizzo di Soros hanno subito ricevuto grande risalto dai media del Regno Unito e, contestualmente, hanno suscitato l’indignazione dei laburisti, i quali hanno etichettato gli attacchi di Scruton al magnate come esternazioni antiebraiche. L’esecutivo May ha infine deciso di revocare all’accademico l’incarico di presidente della commissione governativa sul rinnovamento urbano, sottoscrivendo di fatto le accuse di antisemitismo lanciate dalla sinistra contro il filosofo.
Nel comunicato con cui le autorità di Londra hanno ufficializzato l’estromissione del docente si legge infatti: “Il professor Sir Roger Scruton è stato rimosso dall’incarico conferitogli dal primo ministro nel novembre del 2018, a causa delle sue inaccettabili dichiarazioni antisemite rilasciate in una recente intervista.”
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