Negli Stati Uniti, in preda a manifestazioni antirazziste in ricordo di George Floyd, sta causando indignazione un altro video di presunti abusi della polizia, sempre raffigurante un afroamericano disarmato ucciso da un agente bianco. Il filmato pubblicato in queste ore, della durata di circa 30 minuti, farebbe riferimento a un episodio avvenuto il 23 maggio nel New Jersey, ossia proprio due giorni prima dell’omicidio di Floyd a Minneapolis. La ripresa emersa ultimamente testimonia l’uccisione di una persona di colore da parte di un poliziotto al termine di un controllo di routine.
❗Trigger warning❗
— j (@retroconstance) June 8, 2020
At no point did Sgt. Wetzel try to descalate. Why was Maurice Gordon getting out of the police car an issue? He wasn't arrested. He wasn't detained. Maurice Gordon himself willfully sought to sit in the officers car. audio cuts off after the 5th shot (cont) https://t.co/ABAV6EK4u6 pic.twitter.com/ez8aa3xcHe
In particolare, spiega oggi La Repubblica, l’episodio di cronaca consumatosi in New Jersey e immortalato dal filmato diffuso in queste ore vede coinvolti Maurice Gordon, ventottenne afroamericano originario di una cittadina dello Stato di New York, e l’agente Randall Wetzel. La clip incriminata è stata girata dalla telecamera installata sul cruscotto della macchina del tutore dell’ordine.
Il filmato mostra quest’ultimo esortare il giovane, fermato dall’uomo in divisa con l’accusa di eccesso di velocità, a sedersi nella volante, in attesa di un carro attrezzi che avrebbe dovuto rimuovere l’auto di Gordon rimasta in panne.
Nell’invitare l’afroamericano ad accomodarsi nella gazzella, Wetzel, mostrano le immagini citate dal quotidiano romano, sfoggia inizialmente un atteggiamento amichevole verso il soggetto fermato, offrendogli allora una mascherina e un passaggio fino alla più vicina concessionaria di veicoli.
Tuttavia, le immagini rivelano che il ventottenne, dopo circa 20 minuti di attesa nella volante, decide improvvisamente di togliersi la cintura di sicurezza, di alzarsi dal sedile e di uscire dalla vettura della polizia.
L’agente intima allora al ragazzo di fermarsi e di tornare al suo posto, con le scene successive che immortalano i due dare vita a una vera e propria zuffa, conclusasi con 6 colpi di arma da fuoco sparati da Wetzel contro Gordon.
Maggiori dettagli sulla dinamica dell’uccisione di quest’ultimo sono stati forniti di recente, spiega la testata fondata da Eugenio Scalfari, da Gurbir Grewal, responsabile Giustizia dell’esecutivo statale del New Jersey, ossia lo stesso funzionario pubblico che ha diffuso ultimamente il video girato dalla telecamera della gazzella.
Secondo la versione fornita dall’attorney general, Gordon ha tentato due volte di entrare nella postazione di guida della volante. L’agente, la prima di queste volte, avrebbe reagito alla sortita dell’individuo di colore colpendolo con dello spray urticante, mentre la seconda lo avrebbe preso e scaraventato fuori dall’auto di servizio.
Una volta tirato fuori l’afroamericano dalla macchina della polizia, l’uomo in divisa avrebbe rivolto contro il ventottenne quei sei colpi di pistola.
Secondo la Cnn, la vittima della sparatoria, circa 30 ore prima della colluttazione con Wetzel, era stato segnalato alla polizia per eccesso di velocità almeno quattro volte.
Il quotidiano romano aggiunge infine che Wetzel, all’indomani della pubblicazione della clip, è stato sospeso dalle forze dell’ordine locali, mentre le indagini sulla vicenda proseguono.
La scelta di Grewal di rendere pubblico il filmato della violenta morte di Gordon è stata però, sottolinea l’emittente Usa, fortemente criticata da William Wagstaff, avvocato vicino alla famiglia del malcapitato.
Secondo il legale citato dal network, la decisione dell’attorney di sottoporre quelle immagini all’attenzione dell’opinione pubblica prima che i parenti di Gordon potessero visionarle in via preventiva è stata un gesto “insensibile”. Lo stesso Wagstaff, a nome dei familiari dell’afroamericano deceduto, ha contestualmente chiesto che gli accertamenti sull’episodio di cronaca vengano svolti da un “procuratore indipendente”.
A infiammare l'opinione pubblica a stelle e strisce ha contribuito poi un ulteriore video, segnalato da La Stampa, risalente al 28 marzo 2019 ma reso pubblico solo ora. Tale ripresa, effettuata dalla bodycam di un poliziotto di Austin, mostra un afroamericano quarantenne, Javier Ambler, mentre viene arrestato per non essersi fermato all'alt ordinatogli dalle forze dell'ordine texane.
Nella clip si nota quindi che, dopo un inseguimento, l'individuo di colore scende dalla propria auto disarmato e con le mani alzate, ma, nel bloccarlo, gli agenti gli premono il collo. L'uomo grida allora più volte "non posso respirare". Alla fine, Ambler perde i sensi a causa della violenta presa e muore prima dell'arrivo dei soccorsi.
Margaret Moore, procuratrice distrettuale che si sta occupando di quanto accaduto lo scorso anno ad Austin, ha fatto sapere, riporta oggi la Cnn, di avere sottoposto il caso-Ambler all'attenzione di un grand jury, denunciando contestualmente
la scarsa collaborazione ricevuta finora sull'episodio di cronaca dall'ufficio dello sceriffo locale. La donna ha poi promesso che farà il possibile affinché, riguardo al decesso consumatosi in Texas, trionfi la giustizia.
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