In Vaticano, dal 2001 al 2019, grazie alle procedure avviate da Benedetto XVI e rilanciate da Papa Francesco, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha trattato circa 6mila casi di abusi sessuali su minori commessi da chierici, cioè quelli che sono stati denunciati dalle vittime dinanzi alle autorità religiose.
Si tratta di casi che sarebbero accaduti negli ultimi 50 anni riguardanti uno dei crimini più gravi (graviora delicta) che possono essere commessi nella Chiesa Cattolica, a norma del Codice di Diritto Canonico.
Dalle ricerche emergono dei dati sorprendenti. Li ha riferiti l’Ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede monsignor Jordi Bertomeu Farnós, che fu uno degli inviati speciali (insieme all’attuale vescovo maltese monsignor Charles Scicluna) del Vaticano in Cile per indagare sui casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi del luogo.
Al giornale spagnolo Revista Palabra ha spiegato che i 6mila casi registrati sono molti, un numero che dovrebbe far vergognare i cristiani, e in particolare i sacerdoti. Ma un numero che, tragicamente, è addirittura ridotto se si pensa che l'orrore degli abusi compiuto dai sacerdoti rappresenta il 3% di tutti i casi di abusi su minori denunciati alle autorità civili e riguardanti diverse categorie di persone e di gruppi sociali (dalle famiglie alle associazioni sportive, dai circoli esclusivi ad altre realtà coinvolte…).
Questi dati, secondo monsignor Jordi Bertomeu Farnós, non consentirebbero di sostenere "determinate affermazioni destinate a provocare il panico sociale e il discredito della Chiesa, stigmatizzando ingiustamente il gruppo sociale del clero". Il funzionario della Congregazione per la Dottrina della Fede ha confermato che l'80% dei casi di abuso clericale è praticato da sacerdoti nei confronti di vittime dello stesso sesso, sospetto che era stato denunciato qualche tempo fa anche dai cardinali Gerhard Ludwig Müller (Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede) e Raymond Leo Burke (Prefetto emerito del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica).
I dati statistici osservati dal Vaticano consentirebbero di notare "l'elevato numero di minori maschi abusati dai sacerdoti, circa l'80%". Dopo aver ribadito che "l'affermazione della connessione diretta dell'omosessualità con la pedofilia dai dati sopra descritti non comporta solo la commissione di una grande ingiustizia, ma anche la criminalizzazione di una certa identità sessuale", monsignor Bertomeu ha tuttavia sottolineato che ci sarebbe "una probabilità tre volte maggiore di commettere il crimine di pedofilia tra sacerdoti omosessuali".
Il vescovo Bertomeu ha evidenziato che non c’è alcuna relazione tra la regola del celibato ecclesiastico e gli abusi sui minori. "Non ci sono prove che il celibato sacerdotale provochi direttamente una dipendenza sessuale deviante, come dimostrano quei casi di uomini o donne che, a causa delle circostanze della vita, devono vivere come celibi. Inoltre, il celibato non è mai stato considerato come un parametro rilevante per identificare i maltrattatori. Piuttosto, molti abusatori sono uomini sposati".
Confrontando i dati del Vaticano con altre confessioni cristiane, dove i chierici possono sposarsi, è emerso, per esempio, che l'Unity Church of Australia, con 240 mila membri, senza gerarchia e con clero (sia maschile che femminile) sposato, ha recentemente fatto notizia per i suoi 2.
500 casi di abusi su minori. Tali dati, evidentemente, sono maggiori, in proporzione, rispetto a quelli di tutti sacerdoti cattolici del mondo (466 mila) e i 6 mila casi di abusi su minori segnalati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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