“La Norvegia è l'unico alleato della NATO che condivide un confine con la Russia a cui manca un piano credibile per spendere il 2% del suo prodotto interno lordo nella difesa. Comprendo le pressioni interne. Io stesso ho speso un considerevole capitale politico per aumentare le nostre spese per la difesa. Tuttavia sarà sempre più difficile giustificare ai cittadini americani il motivo per cui alcuni paesi continuano a non rispettare i nostri impegni condivisi nella sicurezza collettiva”.
Questo è lo stralcio di una lettera che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato al Primo ministro norvegese Erna Solberg. La lettera, datata 19 giugno, è stata pubblicata dal quotidiano norvegese VG. Tra due settimane la NATO ospiterà il primo vertice nel nuovo Quartier Generale di Bruxelles.
Trump e la soglia del 2%: Traguardo o minimo indispensabile?
“Il contribuente americano non può più sobbarcarsi una sproporzionata quota a difesa dei valori occidentali e della NATO. Gli americani non possono e non vogliono più preoccuparsi del futuro dei vostri figli. La scarsa prontezza militare dimostra una mancanza di rispetto per noi stessi, per l'Alleanza e per le libertà che avete ereditato, ora chiaramente in pericolo. Gli Stati Uniti rispetteranno gli obblighi in seno alla NATO, ma potrebbero ridimensionare il loro impegno nei confronti di quei membri europei che entro l’anno non avranno messo in atto un piano per raggiungere la soglia del 2% per la spesa militare”. Con queste parole il Segretario alla Difesa Jim Mattis iniziò lo scorso anno il suo primo discorso dinanzi i 28 membri della Nato. Le parole di Mattis riflettevano il pensiero dell’amministrazione Trump per una maggiore condivisione dei costi militari. Trump oggi considera la soglia del 2% come minimo indispensabile da raggiungere e non più come un traguardo per ogni Paese della Nato.
Tutti i Paesi dell’Alleanza che hanno aumentato la spesa per la Difesa in risposta alle sfide in Europa e altrove. Al vertice Nato in Galles del 2014, dopo anni di declino, i leader decisero di investire il 2% del PIL nella Difesa. Nel 2014, soltanto Stati Uniti (che da soli rappresentano oltre la metà delle spese militari della Nato) Regno Unito e Grecia spendevano il 2% o più nella Difesa. Quest'anno otto alleati raggiungeranno l'obiettivo. Entro il 2024 almeno 15 alleati dovrebbero spendere il 2% del PIL o più nella Difesa. Negli ultimi tre anni gli alleati europei ed il Canada hanno aggiunto 46 miliardi di dollari ai bilanci della Difesa ed investito 19 miliardi di dollari in più nelle principali attrezzature militari. Entro il 2024, si prevede che 22 dei 29 alleati investiranno il 20% dei loro bilanci della Difesa nelle principali attrezzature militari per migliorare le nostre forze e la loro prontezza operativa.
Concepire la Nato oggi
Trump è perfettamente consapevole che la NATO non avrebbe una forza militare credibile senza gli USA
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord è stata concepita per supportare logisticamente la presenza in Europa degli Stati Uniti. Parliamo di una strategia che proviene direttamente dalla guerra fredda. La Nato era un'alleanza con un unico scopo: proteggere l'Europa occidentale da una invasione sovietica. La struttura di base della Nato non è cambiata dal crollo dell'Unione Sovietica nel 1991. E' semplicemente cresciuta fino ad includere gli ex stati satelliti sovietici e gli Stati baltici. Il motivo dietro l'espansione era quello di inglobare questi paesi nel quadro del sistema di difesa occidentale, al fine di dare loro fiducia nella loro indipendenza, così da contribuire a sostenere lo sviluppo delle democrazie.
Con il crollo dell’Unione Sovietica, Stati Uniti, Regno Unito e Francia incoraggiarono le nazioni europee a costruire forze orientate verso missioni di proiezione come in Afghanistan, con l'invio di truppe lontane dai confini nazionali. Convogliando i fondi in questa direzione, la spesa militare interna divenne opzionale. L'Europa di oggi non sta lottando per riprendersi dalla seconda guerra mondiale, mentre le sue capacità militari complessive dovrebbero essere alla stregua degli Stati Uniti. L’area di responsabilità della Nato è principalmente focalizzata sull’Europa, ma non vi sono guerre (nel senso stretto del termine) in questa zona. L’intervento russo in Ucraina avrebbe dovuto innescare un’inversione di tendenza per la NATO, ma la costante preoccupazione espressa dai paesi membri dell’Alleanza non si è riflessa nella spesa per la Difesa. In realtà, sia l’Ucraina con lo spauracchio di scenario bellico moderno, ma convenzionale, sia lo Stato islamico ed il suo contesto prettamente asimmetrico che la cyber difesa, rappresentano minacce reali per la sicurezza europea e per la NATO.
La soglia del 2%
Dal 1985 al 1989, i membri europei dell’Alleanza investirono una media del 3,3 per cento del PIL per la Difesa. Dal 1990 al 1994 la spesa si ridusse al 2,7 per cento. Nel periodo tra il 1995 ed il 1999, la spesa scese al 2,2 %, fino ad arrivare all’1,9 % tra il 2000 ed il 2004. Entro il 2009, la media scese all’1,7 % per arrivare al punto basso dell’ 1,45 per cento nel 2015. Nel 2014 la NATO stimava che tutti i membri avrebbero raggiunto l’obiettivo di spesa entro dieci anni. Nel 2016 Estonia e Polonia raggiunsero la soglia del 2%. Entro l'anno Lettonia, Lituania e Romania dovrebbero raggiungere il benchmark del 2%. L'Islanda, che non mantiene un esercito ma garantisce strutture chiave alla NATO, è esentata dal raggiungere il parametro di riferimento.
Tra i 29 stati membri della NATO, 14 hanno fatto piani per raggiungere l'obiettivo di spesa militare del 2% entro il 2024. Otto hanno già raggiunto questo obiettivo (o lo faranno a breve): Stati Uniti, Regno Unito, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Estonia e Romania. Bulgaria, Francia, Ungheria, Montenegro, Slovacchia e Turchia stanno progettando di raggiungere l'obiettivo entro la scadenza. Germania, Spagna, Belgio e Italia non dovrebbero raggiungere l'obiettivo entro il 2024.
Il miraggio dei 100 miliardi di dollari l’anno
100 miliardi di dollari l’anno. E’ questa la portata dell’investimento se tutti i paesi della NATO (Stati Uniti esclusi ovviamente) raggiungessero il 2% del loro Prodotto Interno Lordo per la Difesa. Tutti i membri dell’Alleanza dovranno raggiungere tale obiettivo. I livelli di spesa derivano direttamente dalle decisioni politiche e dal processo di traduzione degli ingressi fiscali nella spesa militare. Se ad esempio Germania, Italia, Canada, Spagna e Paesi Bassi raggiungessero il 2 per cento del PIL per la Difesa, la NATO toccherebbe un livello di spesa di 80 miliardi di dollari. Se Berlino si impegnasse ad investire il 2 per cento del PIL, aggiungerebbe 30 miliardi di dollari nella difesa europea, una larga fetta dell’obiettivo fissato. La Germania assegna solo l’1,2 per cento del PIL alla difesa e gran parte del suo bilancio è ripartito per il personale. Nonostante le rassicurazioni l’obiettivo dei cento miliardi di dollari è ancora un miraggio. I più importanti e ricchi paesi della NATO sono troppo piccoli o economicamente deboli per avere un effetto sul saldo finale della difesa europea, mentre saranno proprio le scelte della Germania ad essere determinanti per capire la futura capacità dell'Alleanza.
Le lettere del Presidente degli Stati Uniti: la Dottrina Trump
La prima domanda da porsi leggendo la lettera che il Presidente Trump ha inviato al Primo ministro norvegese è semplice: altri alleati della NATO hanno ricevuto una missiva della Casa Bianca con simili contenuti? E’ una domanda ovvia. Probabilmente si considerando che Trump, come abbiamo già rilevato, considera la soglia del 2% come minimo indispensabile da raggiungere e non più come un traguardo per ogni Paese della NATO. La seconda domanda è capire il motivo per cui Trump abbia ritenuto necessario scrivere questa lettera che senza dubbio invia un chiaro messaggio agli alleati: il prossimo vertice di Bruxelles dell’11 e 12 luglio verterà sui capitoli di bilancio che i Paesi della NATO destinano alla Difesa. Trump, che negli ultimi mesi ha ridimensionato la sua retorica sulla valenza della NATO, ha recentemente affermato che gli alleati che non rispettano lo standard del 2% sarebbero stati “affrontati singolarmente”. Insomma, caso per caso. Le “lettere di monito” che Trump ha inviato agli alleati (la Norvegia non può certamente essere l’unico paese della NATO ad aver ricevuto tali attenzione dalla Casa Bianca considerando che solo 15 dei 29 membri della Nato dovrebbero raggiungere l'obiettivo del 2% tra sei anni) sono classici esempi della Dottrina Trump, precedentemente nota come America First. Se Obama si scusava per tutto, Trump ripropone con forza il ruolo dell’America del mondo come paese più potente sulla terra. Il Presidente Trump, così come ribadito più volte nei suoi discorsi pubblici, considera l’economia globale ingiusta nei confronti degli Stati Uniti e non intende garantire la protezione degli Alleati che non investono “il minimo indispensabile” nella Difesa.
“L'ampliamento della disparità tra i risultati e le minori opportunità di investimento mettono in discussione l'equità fondamentale dell'attuale sistema. Errori terribili e costosi come la guerra in Iraq e la crisi finanziaria del 2008 hanno distrutto la nostra credibilità mentre gli alleati americani celebrano la generosità dei loro sistemi di assistenza sociale e denigrano i nostri. Quegli stessi alleati che spendono dell'America per difendere i loro paesi”.
In un approfondimento sul The Atlantic, citando fonti dell'amministrazione, si definiscono i principi cardini alla base della Dottrina Trump: “No Friends, No Enemies” che potremmo tradurre come “alleanze mutevoli, non amici permanenti”.
Trump crede fermamente nella ricostruzione della potenza e credibilità americana attraverso la rimodulazione e rinegoziazione di tutti i rapporti con alleati ed avversari. Il prossimo vertice di Bruxelles ribadirà in modo chiaro la Dottrina Trump in politica estera. Trump è perfettamente consapevole che la NATO non avrebbe una forza militare credibile senza gli USA. Una posizione certamente non nuova e che gli alleati dovrebbero conoscere.
Al riguardo sarebbe opportuno ricordare che nella strategia di sicurezza nazionale della Casa Bianca le frasi "pratiche commerciali sleali" ed "ingiusta condivisione degli oneri con i nostri alleati" sono ripetute diverse volte. Trump, così come annunciato in campagna elettorale, rinegozierà i rapporti in base alla sua visione di "equità, reciprocità e opportunità di crescita economica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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