"Violenze feroci e quotidiane". In Nigeria dilaga l'odio anti-cristiano

Non si fermano le violenze contro i cristiani in Nigeria: un altro sacerdote è stato rapito mentre un gruppo di uomini armati ha ucciso i figli di un reverendo. ACS Italia: "Ferocia quotidiana, il governo intervenga"

"Violenze feroci e quotidiane". In Nigeria dilaga l'odio anti-cristiano

Non c’è stato neppure il tempo per festeggiare la liberazione di quattro sacerdoti rapiti nei giorni scorsi, tra cui il missionario italiano Luigi Sbrena, che dallo Stato nigeriano di Benue è arrivata la notizia del rapimento di un altro religioso. Padre Pietro Amodu mercoledì stava andando a celebrare la messa in un villaggio della diocesi cattolica di Otukpo quando è stato preso dai sequestratori ed sparito nel nulla. Martedì notte al reverendo Daniel Umaru, pastore della chiesa anabattista dei Fratelli in Nigeria, è andata peggio. Un gruppo di banditi ha fatto irruzione nella sua residenza a Mubi, nell’Adamawa, uccidendo due dei suoi figli e rapendo una di loro, una ragazza di 13 anni. Anche lui è ricoverato in ospedale in gravi condizioni assieme alla moglie.

"Ormai il bollettino di queste feroci violenze è quotidiano", sottolinea la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, che ha diffuso la notizia. "Continuiamo a denunciare il grave stato di insicurezza che affligge i cristiani della Nigeria – prosegue l’organizzazione - e chiamiamo in causa le autorità civili, federali, nazionali e locali, affinché intervengano tempestivamente per evitare questo continuo stillicidio di violenza". Il governo di Abuja è accusato di non fare abbastanza per proteggere i cristiani, che in Nigeria sono quasi la metà della popolazione, dai continui attacchi. Il caso di padre Brena è emblematico.

Il sacerdote che si è liberato da solo: "I terroristi gli hanno tagliato un orecchio"

Secondo il resoconto fatto all’agenzia di stampa Sir dal preposito generale dei padri Somaschi, José Antonio Nieto Sepulveda, che ha sentito al telefono il missionario della stessa congregazione, il sacerdote si sarebbe liberato da solo e non grazie all’intervento delle forze dell’ordine, come raccontato dalle autorità. "Sono entrati in casa e volevano rapire padre Luigi ma lui è difeso attaccandosi alla ringhiera. Prima hanno cominciato a sparare colpi di armi da fuoco. Poi lo hanno picchiato e ferito con un coltello, gli hanno tagliato metà orecchio, quindi è stato ricoverato in ospedale. La polizia è arrivata molto dopo", assicura il sacerdote. I responsabili dell’agguato sarebbero "terroristi musulmani che arrivano dal nord della Nigeria con le mucche". "Avevano intenzione di rapirlo a scopo di riscatto. L'hanno proprio massacrato. Per fortuna non ha avuto danni alle ossa e agli organi interni", prosegue la testimonianza.

La maxi evasione di jihadisti dal carcere di Abuja

Intanto, nel Paese è scattata la caccia all’uomo per riportare dietro le sbarre oltre 400 detenuti, in parte membri del gruppo jihadista Boko Haram, evasi mercoledì dal carcere di Kuja, nella capitale Abuja. L’assalto al penitenziario, che secondo il ministro della Difesa Bashir Salihi Magashi sarebbe opera proprio dei miliziani islamisti, è scattato alle 22 di mercoledì ed è andato avanti per circa due ore. L'unità centrale contro il terrorismo è stata fatta esplodere con la dinamite e secondo fonti governative sono almeno 64 i jihadisti riusciti a dileguarsi dopo l’attacco.

Non è la prima volta che capita una cosa del genere: negli ultimi anni gruppi come Boko Haram e lo Stato Islamico sono riusciti a far evadere più di 5mila detenuti.

Il presidente Muhammadu Buhari ha puntato il dito contro i servizi d’intelligence. E a poche ore dalla spettacolare evasione di Abuja, anche un convoglio della team del presidente è stato assaltato a Katsina, nel Nord-ovest del Paese.

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