Era già successo il 23 gennaio scorso, ma non era destinata a interrompersi la scia di sangue che bagna le strade di Bengasi. La città libica nella Cirenaica, roccaforte del generale Khalifa Haftar, è stata attaccata di nuovo e nel mirino è finita questa volta una moschea.
Ci sono già due morti nel luogo di culto: la guida spirituale e un giovane di vent'anni e sono decine le persone rimaste ferite. Ottantaquattro secondo il sito locale Libya Observer, almeno 24 secondo l'agenzia Dpa.
L'esplosione ha colpito la moschea Saad Ben Obadah nel quartiere di al-Majuri, quando il luogo era più affollato per la preghiera principale del venerdì, giorno
sacro all'islam. Sarebbero due gli ordigni che sono esplosi, uno dei quali piazzato proprio sotto il pulpito, il "minbar" utilizzato dagli imam per predicare ai fedeli.Una rivendicazione dell'attacco non è ancora arrivata.
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