"Il mio sogno è quello di aiutare a renderla (l'Europa n.d.r.) nuovamente cristiana, dal momento che, purtroppo, in molti luoghi le persone non cantano più le canzoni cristiane di Natale, mentre le chiese sono vuote o trasformate in musei e che tutto questo è davvero triste", a parlare è Mateusz Morawiecki, il nuovo primo ministro polacco, che si è insediato la settimana scorsa dopo aver precedentemente ricoperto il ruolo di ministro delle Finanze. La prima intervista del neopremier è destinata a non passare inosservata. La Polonia - del resto - sta diventando sempre di più un "avamposto di cristianità" all'interno di un quadro continentale palesemente desacralizzato.
E il 49enne Mateusz Morawiecki si "candida" al ruolo di guida politica del Vecchio Continente anche in contrapposizione con l'Unione europea, se necessario. Nel virgolettato riportato su La Nuova Bussola Quotidiana - infatti - il neo primo ministro ha dichiarato che la sua è "una grande nazione" e che "diventerà ancora più grande", sottolineando di non essere disposto a ricevere pressioni, tanto di tipo politico quanto di tipo economico, da parte dell’Unione Europea. La Polonia - insomma - non si dichiara disponibile ad accettare un numero eccessivo di migranti: "Non permetteremo questi tipi di ricatti", ha chiosato Morawiecki, che ha anche specificato di essere un fervente cattolico e di affidarsi spesso a Dio e alla preghiera "per servire bene la Polonia".
Mateusz Morawiecki è nato il 20 giugno 1968 ed è figlio di Kornel Morawiecki, uno dei fondatori e dei leader di Solidarność Walcząca: un movimento di opposizione al regime comunista fondato nel 1982 a Breslavia, in piena clandestinità. La madre - invece - è stata definita come "profondamente religiosa". Una storia personale - quella di Morawiecki - che è tutta incentrata sull'anticomunismo e sulla cristianità. Secondo il primo ministro polacco, la sua nazione avrebbe diritto a una riapertura dei negoziati con la Germania per i risarcimenti dovuti ai danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Ma sono altre le posizioni finite sotto la lente d'ingrandiemento dei vertici istituzionali dell'Ue: il presidente polacco - infatti - ha detto di voler restare nell'Ue, ma di non avere fretta di adottare la moneta unica. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il capo dell'esecutivo ha definito come "completamente falsa" l'asserzione per cui Pis, il partito di governo, sarebbe intenzionato a far uscire la Polonia dall'organizzazione sovranazionale europea.
Il giornalista polacco Lazarowicz, amico d'infanzia di Morawiecki, ha spiegato che: "Il suo obiettivo è far risorgere la Polonia dal suo passato comunista, renderla più prospera". Il presidente del consiglio sarebbe stato scelto come candidato da Kaczyński. Il motivo della scelta di candidare proprio questo esponente politico - in realtà - pare ascrivibile alla contiguità con le cancellerie europee. Morawiecki - infatti - oltre ad essere stato un banchiere d'affari e oltre ad aver lavorato per Santander, è stato anche consulente economico dell’attuale presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Caratteristiche che sconsiglierebbero l' immediato inserimento del neo premier polacco nell'insieme dei leader populisti d'Europa. Un leader liberista, quindi, che ha annunciato di voler contribuire al ritorno di un'Europa a trazione cristiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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